giovedì 29 dicembre 2011

Nastar: Biscotti Ripieni di Ananas


Evviva, Natale è già passato!!! ;p Prima che finisca del tutto questo periodo di festa, però, vorrei passarvi una ricetta di un biscotto tipico natalizio e del Ramadan per noi indonesiani. Come questi altri dolcetti, anche qui, il nome suona vagamente olandese. Non vorrei dire una cavolata ma, secondo me, deriva dalle parole "ananas" e "taart" (torta/dolce) che, per la passione di noi indonesiani per le abbreviazioni e le storpiature dei nomi stranieri (credo che in linguistica si chiamino prestiti), diventano “nastar”.
Nel mio Paese, quando andiamo a trovare dei parenti per fare gli auguri, veniamo sempre accolti da una tazza di tè con questi biscotti. Non è una cosa rara essere anche costretti (piacevolmente ;)) a fermarsi a pranzo o cena, anche senza preavviso. Non rifiutate l'offerta nonostante la vostra pancia stia per esplodere! Nel giorno della festa, la tavola della sala da pranzo nelle case indonesiane non è mai vuota, c'è sempre un bel buffet pronto ad accogliere e sfamare gli ospiti. Quindi, mangiate almeno un boccone di qualcosa e poi sarete liberi di andarvene. :))

per circa 700 gr di biscotti

Frolla:
200 gr di farina 00
50 gr di maizena
100 gr di zucchero a velo
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
150 gr di burro
2 tuorli

Il procedimento è lo stesso della frolla base per le pumpkin pie. Ho solo raddoppiato la dose e sostituito una parte della farina con la maizena per renderla più friabile. Quindi, leggetelo qui! ;)

Marmellata di ananas:
1 ananas grande (1 kg di polpa circa)
150-180 gr di zucchero (dipende dalla dolcezza dell'ananas)
3-5 chiodi di garofano
una stecca di cannella
una noce di burro

Sbucciate e private l'ananas dal torsolo e frullate la polpa fino a quando le fibre si sono rotte e avrete una consistenza vellutata.
Ponete la polpa in un tegame di inox a fondo pesante, quindi unite lo zucchero e le spezie.
Mescolate con un mestolo per sciogliere lo zucchero e fate restringere la marmellata a fiamma bassa. Vi ci vorranno circa 45 minuti, ma sono molto variabili, dipendono da tanti fattori. Non vi preoccupate se impiegate più (o meno) tempo.
Mescolate di tanto in tanto e togliete la schiuma che si sarà creata con una schiumarola.
La marmellata è pronta quando tutto il liquido sarà evaporato e avrete una composta densa di color ambrato.
Spegnete il fuoco e incorporate una noce di burro per evitare che la marmellata si indurisca quando si raffredda.
Una volta raffreddata, dovreste riuscire a fare delle mini palline di marmellata. Se vi sembra sia ancora troppo morbida, fate restringere ancora un po' sulla fiamma e raffreddatela di nuovo.

Ora arriviamo alla parte dove avrete bisogno del dono della pazienza! :))

Trascorso il tempo di riposo, tirate fuori la vostra frolla dal freddo e aspettate circa 15 minuti.
Dividete la frolla in 4-5 pezzi e stendetela con un matterello, un pezzo alla volta, in un piano di lavoro leggermente infarinato. Cercate di ottenere uno spessore di circa 0,5 cm.
Ricavate dei dischi di 5 cm di diametro con un coppapasta o un bicchiere capovolto.
Prendete circa un cucchiaino di marmellata fatta a pallina e adagiate al centro di ogni disco.
Chiudete la frolla a modo di fagottino per coprire la marmellata. Cercate di rendere i vostri biscotti più lisci e rotondi possibile, ruotandole tra i palmi delle vostre mani. Cliccate qui per capire cosa intendo! ;)
Adagiate i bocconcini su una placca da forno rivestito di un foglio di carta da forno.

Tocchi finali:
un uovo
latte, q.b
chiodi di garofano interi, q.b.

Sbattete l'uovo con un po' di latte, quanto basta per renderlo più fluido e pennellabile (esiste per caso la parola? :)).
A questo punto, spennellate le superficie dei vostri biscotti per renderli più lucidi e infilzate un chiodo di garofano al centro di ogni biscotto.
Infornate a 165°C (ventilato) fino alla doratura. Ci vogliono circa 15 minuti, ma dipende sempre dal vostro forno e dallo spessore della vostra frolla.
Lasciate a raffreddare su una graticola e conservate in un barattolo ermetico.

Questi bocconcini sarebbero l'aspetto collaudato dei nastar, non saprei dirvi l'origine di questa forma che suscita spesso dei commenti indecenti. ;)) Il chiodo di garofano della decorazione sicuramente aggiunge un ulteriore profumo alla marmellata, ma non andrebbe consumato. Si toglie prima di mangiare il biscotto e lo si adagia sul piattino del tè (ecco, giusto una piccola regola del bon ton orientale ;p). Detto ciò, se non avete tempo o pazienza per fare questi bocconcini, chiudete pure i vostri dischi di frolla a mezzaluna, spennellate di uovo e infornate. La vostra vita sarà meno complicata e biscotti saranno buoni lo stesso.

martedì 6 dicembre 2011

Una Vellutata di Sedano Rapa e Patate Bianche per Uno Sportivo


Evvabé, prima o poi dovevo dirvelo. Probabilmente è giunto il momento di farvelo sapere, perché sarà dura tenere sempre tutto nascosto! ;) Allora, da circa due settimane sta andando in onda un programma di cucina in una piccola TV del Friuli Venezia Giulia, che non ha niente a che fare con il mondo enogastronomico, tranne per il fatto che il direttore è una buona forchetta e che ai registi piace cucinare. Infatti, la TV si chiama FVGSport Channel! Non serve spiegare di che cosa si occupa solitamente! :) Al direttore è venuta l'idea di mettere assieme questi due mondi che ama, e è così è nata l'idea di fare Sports Kitchen.
Cosa centro io? Allora, io sarei l'assistente della produzione/ l'autrice/ la cuoca/ e la conduttrice del programma! ;p Almeno, ci sto provando. Stiamo provando assieme a fare un programma che nessuno di noi aveva mai fatto prima. Li sto facendo impazzire con le mie pignolerie, quindi, abbiate pazienza se la qualità non è ancora all'altezza dei canali specializzati in cucina. Non siate troppo severi con noi! ;p

Il nome del programma lo devo a un mio caro amico, Alberto (in arte, Klaaro :)), nonché il grafico e il web designer per questo blog, che sta pure preparando la sigla per il programma. Sì, in effetti, lo sto sfruttando un pò troppo! ;p Mentre il programma non avrebbe potuto nemmeno esistere senza il sostegno di Risto'Tec che ha costruito una cucina tutta per me nello showroom a Pradamano (UD) e che mi dato la libertà di scegliere e usare gli attrezzi e i gadget di cucina disponibili in negozio! :D
In ogni puntata di Sports Kitchen, cucino e chiacchiero con un personaggio del mondo sportivo locale in modo easy. ;) Non parliamo troppo della loro carriera sportiva, lascio quella parte ai miei colleghi, anche perché, ammetto, di sport ne capisco poco e ne conosco di meno! :D Questa La prossima settimana l'ospite sarà Paolo Vidoz, il campione di pugilato Goriziano, che di recente ha partecipato a MasterChef. Noi ci siamo divertiti a fare questa puntata, spero vi divertiate anche voi a guardarla. Quindi, mi raccomando, alle 20.30 di domani mercoledì sera, premete il canale (Ddt) 113 se siete in Friuli e 189 se abitate in Veneto. Altrimenti le repliche sono di venerdì e domenica alle 13. 
Ah, se vi piacciono poi i miei grembiuli, sono stati fatti da una mia amica, Sara Bertolini per L'Orto sul Tasto, un'azienda di un'altra mia amica, Elisabetta Dainese, di cui vi ho parlato tempo fa, che ci ha gentilmente procurato le verdure e altri prodotti golosi friulani. Eh, Udine è piccola e siamo tutti amici! ;))

Ok, ora basta, ho parlato troppo! :)) Eccovi la ricetta del piatto che farò assieme a “Paolone” Vidoz.

per 2 persone

La crema:
250 gr di sedano rapa
250 gr di patate bianche
1 scalogno, tritato
olio extra vergine di oliva
1,2 l di acqua circa
sale
pepe


Sbucciate e tagliate a piccoli dadi il sedano rapa e le patate.
Scaldate un filo di olio a fiamma bassa in una casseruola e fateci stufare lo scalogno.
Non appena diventa trasparente, unite il sedano rapa e lasciate che si rosoli per 2-3 minuti, poi aggiungete le patate.
Salate, pepate e lasciate a cuocere per un paio di minuti prima di versare l'acqua, quanto basta per coprire i tuberi fino a 3 cm di altezza. Coprite la casseruola e aumentate il fuoco a fiamma media.
Quando prende il bollore potete lasciare il coperchio leggermente socchiuso. Questo non è necessario se avete il coperchio con un piccolo buco per far fuoriuscire il vapore.
Lasciate a cuocere la vostra zuppa per circa 15-20 minuti, fino a quando il sedano rapa e le patate sono teneri e si sfaldano facilmente se li schiacciate con il mestolo.
A questo punto l'acqua dovrebbe essersi ridotta fino a coprire a malapena le verdure.
Frullate con il minipimer fino ad avere una crema. Aggiustate di sale e pepe se occorre e, volendo, potete passarla al setaccio per avere una consistenza ancora più vellutata.
Servite calda completata dall'olio al sedano e accompagnata dai crostini.

Olio al sedano:
una manciata di foglie di sedano
olio extra vergine di oliva
acqua + ghiaccio
(acqua ghiacciata)

Portate a ebollizione un pentolino di acqua. Sbollentate le foglie di sedano per meno di un minuto, giusto fino a quando il colore cambia in un verde più brillante.
Raccoglietele con una schiumarola e immergetele subito in una ciotola colma di acqua ghiacciata. Questo serve per fermare immediatamente la cottura e bloccare la clorofilla.
Strizzate e asciugate bene le foglie premendole tra qualche foglie di carta da cucina o in uno strofinaccio.
Tagliatele finemente e frullate con un minipimer assieme a un po’ di olio extra vergine di oliva, quanto basta per far girare il frullatore, fino a quando le foglie si sono ridotte a piccoli puntini verdi.
Se lo conservate bene in frigo in una bottiglia ben chiusa, questo olio potrebbe durare anche per 2 settimane senza perdere il suo colore verde brillante.
Potete usare lo stesso procedimento per il prezzemolo, il basilico e la menta, ma, mi raccomando, le ultime due erbe aromatiche non starebbero bene in questa ricetta!

Crostini:
pane rustico raffermo
olio extra vergine di oliva
sale
pepe


Tagliate il pane raffermo a dadini di 1x1 cm circa e adagiateli in una placca da forno.
Condite con l'olio extra vergine di oliva, sale e pepe.
Infornate a 160°C (ventilato) per circa 10-15 minuti fino alla doratura.

P.S.: oggi la foto va così! L'ho fatta col cellulare, la mia macchina fotografica è in centro di assistenza! :(( 

giovedì 24 novembre 2011

Pumpkin Pie


Dai, approffito. Visto che sono K.O. sul divano e devo mettere in prova questa chicca qui, quasi quasi scrivo un post! E' ancora ora direi, no? ;) Visto che oggi gli americani stanno celebrando Thanksgiving e nella loro tavola bandita spesso c'è la pumpkin pie come dessert. A forza di vedere la zucca ovunque, ho pensato di preparare questo dolce che mi incuriosiva da anni. La versione che trovate qui sotto è una mia interpretazione libera di tantissime ricette che ho trovato in rete. Spesso richiedono la purea/polpa di zucca in latta che negli Stati Uniti immagino si trovi facilmente in commercio. Non avendola mai avuta sottomano non ne conosco la consistenza. Quindi, di mia iniziativa, in alternativa ho usato la polpa di zucca cotta nel forno.
La dose riportata qui sotto basta per uno stampo da crostata di 20 cm di diametro, 5 stampi di 12 cm, o tantissime mini pumpkin pie. Non le ho contate, a dire la verità, ma dovreste riuscire a farne 20-25 pezzi.

Quelle crostatine mignon che vedete nella foto le avevo preparate per un incontro organizzato da Annamaria di Coworking Udine, che faceva parte di un ciclo che s'intitola "Conversazioni con....". In questa occasione era una "Conversazione con... 3 foodbloggers"; con Maria Grazia Menegon di Piatti più in Là, Rossella di Ma Che Ti Sei Mangiato (sì, quella dei Blecs ;)), che mi ha gentilmente coinvolta. E' stata una bellissima serata, anche perché ho potuto finalmente dare volto alle splendide amiche di twitter, Sara Rocutto, Elena Roppa, Elena Tubaro e sua sorella Sara. Inoltre, sono venute a salutarci anche altre due blogger udinesi Cristina e Gabriella, che tra l'altro ha preparato più biscotti di noi tre! Grazie, Gabah! :) Ah, se siete curiosi e volete sapere com'è andato, cliccate qui per vedere l'intervista realizzata per Friuli Future Forum e qui se volete vedere quasi tutto l'incontro.

Ora arriviamo alla ricetta!

Pasta frolla base:
125 gr di farina 00
50 gr di zucchero a velo
75 gr di burro freddo
1 tuorlo d'uovo
cannella in polvere, facoltativa

Procedimento a mano:
Setacciate la farina assieme allo zucchero e la cannella e poneteli in una ciotola.
Unite il burro freddo tagliato a tocchetti piccoli e amalgamate alla farina pizzicandolo con le punte delle dita fino a ottenere una consistenza sabbiosa.
Incorporate il tuorlo cercando di compattare l'impasto.
Lavorate fino a quando riuscite a formare una palla.
Coprite la frolla con la pellicola e lasciate a riposare in frigorifero per almeno 30 minuti prima di stenderlo.

Procedimento col robot o con la planetaria:
Setacciate la farina assieme allo zucchero e la cannella e poneteli nel robot assieme anche al burro freddo tagliato a tocchetti piccoli.
Fate girare la lama o la frusta fino a ottenere una consistenza sabbiosa.
Incorporate il tuorlo e fate girare di nuovo la macchina fino a quando l'impasto si sarà compattato, staccandosi dal bordo e formando una palla.
Coprite la frolla con la pellicola e lasciate a riposare in frigorifero per almeno 30 minuti prima di stenderlo.

Crema di zucca:
1 kg di zucca butternut (per ottenere circa 400 gr di polpa cotta)
150 gr di zucchero semolato
2 uova
200 ml di panna fresca
30 gr di maizena
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
un pizzico di noce moscata, grattugiata fresca

Sbucciate e tagliate la zucca a cubettoni. Adagiateli su una placca e infornate a 170-175°C per circa 20 minuti fino a quando sarà cotta, tenera e avrà perso la maggior parte della sua acqua. Va benissimo anche se i bordi sono leggermente dorati. Lasciate a raffreddare a parte.
Solitamente, da circa 1 kg di zucca potete ottenere attorno a 400 gr di polpa cotta, ma dipende sempre dal contenuto di acqua all'interno. Se ne avete di più, usate quella avanzata per fare altre ricette! ;)
Appena raffreddata, mettete la zucca assieme al resto degli ingredienti per la crema nel robot e frullate fino ad ottenere una crema liscia.

Trascorso il tempo di riposo, stendete la frolla fredda con un matterello su un piano di lavoro leggermente infarinato. Lo spessore e la misura dipendono dalla grandezza del vostro stampo.
Per le le mini pie o le crostatine, stendete la frolla fino ad avere lo spessore di una moneta di 20 centesimi e tagliatela con una coppapasta (o un bicchiere o una ciotola rovesciati) di 2 cm di diametro più grandi del vostro stampino. Mentre per uno stampo di 20 cm, stendete la frolla per ottenere uno spessore di una moneta di €2.
Fate aderire la frolla per coprire tutta la superficie dello stampo premendolo leggermente con le vostre dita.
Bucherellate il fondo con una forchetta e versate la crema fino a 0,5 cm dal bordo.
Infornate a 170-175° (ventilato) per 15-20 minuti per le crostatine o circa 35 minuti per la crostata.
La frolla deve essere dorata e la crema rassodata ma ancora leggermente wobbly ("traballante") al centro.
Lasciate la crostata a raffreddare completamente prima di toglierla dallo stampo.
Servite con la panna montata e una spolverata di cannella se non siete a dieta! ;)

lunedì 7 novembre 2011

Un Consiglio di Lettura ;)


Lo so, è vergognoso il fatto che abbia scritto solo un post nel mese di ottobre! Non vi elenco più le scuse, tanto sono sempre le stesse! ;p Prometto che a breve posto una ricetta! :) Intanto, oggi volevo condividere con voi la mia gioia. Se cliccate l'immagine, vi si aprirà una pagina di un articolo sul sito di D - La repubblica che parla del mondo della cucina 2.0. Scorrete la pagina e troverete Pura Cucina menzionato accanto al blog di Sigrid (!), come esempi di blogger stranieri in Italia. Magari per gli altri personaggi nell'articolo è una cosa normale apparire su una testata di questo livello, ma non per me! Sono davvero stra stra contenta! Perciò ringrazio di cuore la giornalista, Dora Stella (pensa che coincidenza!), e una sua cara amica che ha reso il tutto possibile! ;)

lunedì 10 ottobre 2011

Blecs al Caffè con Zucca e Funghi Shitake


All'ultimissimo giorno, pubblico questa ricetta per il concorso "Blecs are on the Table" che sta facendo Rossella del blog "Ma Che Ti Sei Mangiato"; Rossella è udinese di nascita, ma romana di adozione. Questa non è la prima volta che organizza un'iniziativa per promuovere la cultura gastronomica friulana. Il suo impegno in questa missione è davvero ammirabile! Nel passato aveva fatto dei concorsi simili sui cjarsons e gubana, ma purtroppo non ero riuscita a consegnare nulla. Ora provo a partecipare con questo.
Cosa sono i blecs? Lo lascio raccontare a Rossella: qui. Dalla ricetta originale mi sono permessa di aggiungere un po' di polvere di caffè che a mio parere ricorda il profumo "terroso" dei funghi shitake. Se abitate in una grande città, forse potete essere fortunati a trovarli freschi, altrimenti quelli essiccati sono reperibili nei negozi alimentari asiatici o nei negozi di prodotti bio come NaturaSì. In alternativa usate pure i funghi porcini, anche se le loro consistenze sono completamente diverse.

per 2-3 persone

per i blecs:
50 gr di farina 00
50 gr di farina di grano saraceno
50 gr di burro freddo + una noce per la cottura
5 gr di caffé arabica macinato (possibilmente del Brasile :))
1 uovo

Mescolate le due farine e il caffé in un ampio recipiente, incorporate il burro lavorandolo con la punta delle dita fino a quando avrete una consistenza sabbiosa.
Unite l’uovo e amalgamate fino ad ottenere un impasto liscio e compatto.
Se fate i blecs in una giornata umida, vi potrebbe capitare di avere un impasto ancora leggermente appiccicoso, in questo caso, aggiungere ancora una presa di farina.
Per fare più veloce, potete inserire tutti gli ingredienti in un robot e lasciate fare il tutto a lui! ;) Quindi, formate una palla, copritela con uno strato di pellicola e lasciate a riposare per circa mezz'ora.
Trascorso il tempo di riposo, tagliate l'impasto in pezzi più piccoli e stendetelo finemente (2 mm circa) con un mattarello e tagliatelo a triangoli irregolari.
Ora dovete preparare i condimenti: la morchia e le verdure. Quando questi due elementi sono pronti, potete procedere con la bollitura dei blecs.

zucca e shitake saltati:
3-4 pezzi di funghi shitake essiccati
100 gr di zucca butternut
una noce di burro
3-4 foglie di salvia
un pizzico (una spolverata) di farina 00
pepe bianco
sale


Mettete i funghi shitake in ammollo in acqua bollente per farli rinvenire. Ci vogliono circa 15-20 minuti. Quando saranno di nuovo belli gonfi, scartate i gambi e tagliate le cappelle a dadini di 1 cm circa.
Sbucciate la zucca e tagliatela a dadini della stessa misura dei funghi.
Fate sciogliere e scaldate una noce di burro in una padella a fuoco basso e unite la salvia. Quanto sentite il suo profumo aggiungete la zucca e aumentate la fiamma.
Salate, pepate e soffriggete la zucca fino a quando sarà al dente. Quindi, unite i funghi shitake. Regolate di nuovo di sale e pepe, aggiungete una spolverata (1/2 cucchiaino circa) di farina e cuocete per circa 1 minuto.
Infine, unite 1 mestolo dell'acqua di cottura della pasta che starete scaldando e cuocete ancora per ottenere una salsa leggera.

la morchia:
un cucchiaio di burro
un cucchiaino di farina di polenta
2 foglie di salvia

Scaldate il burro con la salvia a fuoco basso fino ad ottenere un colore nocciolato. Aggiungete la farina di mais e mescolate.
Quando la farina sarà leggermente dorata togliete la padella dalla fiamma. Non aspettate che la farina sia del tutto dorata prima di spegnere il fuoco. Il burro caldo continua la cottura anche a fiamma spenta quindi rischiereste di avere la farina di mais bruciata.

Quando tutti i condimenti saranno pronti, cuocete i blecs nell'acqua salata con un'aggiunta di una noce di burro per circa 1 minuto e fateli saltare velocemente nella salsa di verdure.
Adagiateli sul piatto, sistemate i dadini di verdure e condite con la morchia. Se l'idea vi garba, potete decorare il piatto con delle foglioline fresche di salvia.

giovedì 29 settembre 2011

Dolci Bocconcini alle Mandorle e Canditi


Allora, è arrivato il momento che Laura ha aspettato con tanta pazienza da due mesi!!! ;p Ecco finalmente la ricetta dei dolcetti che ho portato a casa di Carola per il pranzo al pescheto. A dire la verità, mi ero ispirata al M'hanncha, un dolce tipico marocchino ripieno di mandorle a forma di serpente, ma poi non sono riuscita ad arrotolarlo senza spezzare tutto. Alla fine ho deciso di trasformarlo in "salsicciotti"! :D
Allora, vi dico già subito che tra gli ingredienti ci sarà una spezia rara di difficile reperibilità ma sono riuscita a trovarla qui a Udine!!! :D Ho scoperto che a pochi passi da casa mia esiste un'azienda importatrice di droghe (legali!) del mondo e fornitore di vari negozi chic, tra cui Abitare il Thempo; un grazioso negozio di tè, spezie e sali pregiati in Piazza Matteotti (a.k.a. Piazza San Giacomo, a.k.a. Piazza delle Erbe) via delle Erbe.
Questa spezia si chiama fava tonka e siate pronti a lasciare la paga di circa 3 ore di lavoro da dipendente per comperare un barattolo di 200 gr (circa) di questa meraviglia. E' un investimento, ma non ve ne pentirete! Questa fava va usata con parsimonia come la noce moscata e la dovete grattugiare sul momento. Secondo il mio naso ;), questa unica spezia racchiude in sé i profumi di vaniglia, cacao e noce moscata con un sentore di pepe di Giamaica (Pimento) e un leggero accenno di chiodi di garofano. In mancanza di questa fava, usate un pizzichino di ogni spezia sopraelencata.

per 12 rotoli (60 pezzi di dolcetti circa)

1 pacco di 500 gr di pasta filo (12 fogli)
2 uova intere
200 gr di zucchero a velo
200 gr di burro ammorbidito
200 gr di farina di mandorle o mandorle pelate ridotte in farina
100 gr di farina 00, setacciata
1 cucchiaino di acqua di fiori d'arancio
1/2 fava tonka, grattugiata sul momento
30 gr circa scorza di arancia candita, tagliata a dadini
30 gr circa di zenzero candito / sciroppato tagliato a dadini
125 gr di burro sciolto, per imburrare la pasta filo

per la bagna
150 gr di miele d'arancio
150 gr di acqua

per la guarnizione
50 gr di scaglie di mandorle tostate

Per prima cosa, togliete la pasta filo dal freddo se l'avete conservato in frigorifero. Dovete portarla alla temperatura ambiente prima di srotolarla e lavorarla per evitare che si spacchi.
In una bastardella amalgamate con una frusta le uova e lo zucchero, non serve che li montiate. Anzi, più aria incorporate all'impasto, maggiore sarà il rischio che i vostri rotoli scoppino. Quindi, amalgamate anche il burro ammorbidito.
Successivamente, con l'aiuto di una spatola, unite la farina di mandorle, la farina 00, l'acqua di fiori d'arancio, la fava tonka e i canditi.
Trasferite questa crema in una tasca da pasticciere (sac à poche) con una bocchetta tonda e larga (Ø 14 mm), per facilitarvi il lavoro di farcitura.
Srotolate la pasta filo e prendetene 1 foglio e pennellatelo di burro sciolto. Intanto, coprite gli altri fogli con un panno umido per evitare che si secchino.
Ponete 2 strisce del ripieno a circa 3 cm dal bordo inferiore della pasta filo imburrata, arrotolate e chiudetela a modo di busta, come uno strudel per intenderci. Pennellate la superficie con altro burro e bucherellate con una forchetta.
Continuate il procedimento per gli altri 11 piccoli strudel e trasferiteli in due placche da forno, in modo che non si appicchino.
Cuocete a 200°C (ventilato) fino alla doratura, ci vorranno circa 10-12 minuti. Nello stesso momento potete anche tostare le mandorle a scaglie in un'altra placca per un minuto.

Nel frattempo, preparate lo sciroppo di miele per la bagna. Versate i due ingredienti in un pentolino e cuocete fino a quando il miele si è diluito e l'acqua arriva al bollore.
Versate questo sciroppo sui vostri rotoli mentre sono ancora caldi e cospargeteli di mandorle tostate.
Tagliate a tocchetti e servite tiepidi o freddi assieme a una bella tazza di tè.

Ora, se vi posso dare un consiglio ;)), questi rotoli si sposano meravigliosamente con il tè Earl Grey Yin Zhen di Dammann Frères che potete acquistare alla singolare Illyteca a Trieste. Vi assicuro che ne vale il viaggetto!

giovedì 22 settembre 2011

Pesche all'Amaretto

Visto che negli ultimi due post ho fatto accenno alle pesche, ora vi passo una ricetta a base di questo frutto. Non ho usato le pesche bianche di Carola, quelle me le sono mangiate così e usate per fare i Bellini, erano trooooppo buone!
[Quindi, Laura, perdonami, so che ho promesso di pubblicare la ricetta di quel dolcetto alle mandorle, ma devo smentirmi! Scrivo prima questa, visto che fra poco non troviamo più le pesche! :)) Ma poi arriverà davvero anche quella!]
Allora, immagino che tanti di voi abbiano già preparato (magari anche spesso) queste pesche all'amaretto, ma per me è stata la prima volta. Non mi sono documentata più di tanto prima di mettermi lì a sbriciolare i biscotti. Ho voluto farle subito, ero molto curiosa di queste pesche che miei amici del Caffè Grosmi Udine [lo so, vi ho promesso anche un post su questo posto! ;) Gesù, quante promesse faccio?!], metà friulani - metà piemontesi, mi hanno raccontato con gioia! 
Metto le mani in avanti, le ho fatte in modo approssimativo, in base al racconto della loro mamma, Luciana. Quindi, se non sono fatte a regola d'arte Piemontese, pazienza, comunque il risultato finale era piaciuto assai a me e alla cavia! ;))

per 2-4 persone (dipende dal grado di golosità)

2 pesche gialle grosse, mature e sode, su cui ricavare
60 gr di polpa di pesca
60 gr di amaretti, sbriciolati
25 gr di fette biscottate, sbriciolate
20 gr di cioccolato fondente 70%, grattugiato grossolanamente
10 gr di cacao
burro, per imburrare

per servire
gelato alla vaniglia
mandorle a scaglie
, tostate
amaretti, sbriciolati

Dividete le pesche in due, seguendo la riga naturale del frutto, e denocciolate.
Con uno scavino, ricavate un po' di polpa (60 gr in totale) dalla parte centrale delle pesche, cercando di mantenere dei buchi rotondi.
Schiacciate la polpa con una forchetta e unite gli amaretti, le fette biscottate, il cioccolato e il cacao amaro.
Mescolate fino ad ottenere un composto leggermente appiccicoso e formate quattro palline di ugual misura.
Inseritele nei 4 spicchi di pesche cercando di dare la forma del nocciolo.
Se siete precisini come me ;), bagnate leggermente una forchetta e disegnate delle righe curve come quelle del seme vero.
Imburrate leggermente una pirofila e sistemate le pesche in modo che stiano diritte. Tagliate qualche millimetro della parte sottostante se serve.
Infornate a 175°C per 25 minuti circa fino a quando le pesche si ammorbidiscono e il ripieno è leggermente croccante all'esterno.
Lasciate a raffreddare a parte. Servite tiepide o fredde con il gelato, le mandorle tostate, qualche briciolo di amaretti e un giro della "salsina" che le pesche avranno rilasciato durante la cottura.

giovedì 15 settembre 2011

Cuciniamo Indonesiano!


Allora, dove eravamo rimasti? Ah, sì, quell'altra giornata da passare assieme che Carola e io stiamo organizzando è una lezione di cucina indonesiana.

Luogo: La Casetta delle Pesche, a San Donà di Piave (VE)
Giorno: domenica, 25 settembre 2011

Portate il grembiule e un canovaccio perché vi faremo mettere le mani in pasta. A pranzo poi, assaggeremo i piatti che avremo cucinato:

Nasi Kuning, riso giallo allo zenzero
Pepes Tahu, tofu in cartoccio
Sambal e Acar, salsa di peperoncino e verdure sottaceti
Rendang, spezzatino di manzo aromatico
Sate Lilit, spiedini balinesi di pesce al lemongrass
Urap, insalata javanese di verdure al vapore
Klappertaart, budino meringato alla vaniglia e cocco

Per informazioni più dettagliate e iscrizioni potete scrivere a a me (puracucina@gmail.com) o a Carola (lacasettadellepesche@gmail.com).

martedì 13 settembre 2011

Una giornata alla Casetta delle Pesche


Eccomiiiiii! Lo so, sono sparita di nuovo! Faceva troppo caldo anche solo per scrivere! :p Comunque, magari non ve ne importa nulla, ma nel caso vi venga qualche dubbio riguardo la mia esistenza, ogni tanto mi faccio viva su Twitter. Con una frase (o due) mi è molto più semplice, posso darvi aggiornamenti e "salutarvi" anche mentre sono in autobus, per dire! ;))

Il pasticcio di pollo di Alessandra con un nome impossibile (per me :)) da pronunciare!
Ora, in ritardissimo, vorrei condividere con voi delle foto scattate in una splendida giornata passata alla Casetta delle Pesche di Carola a fine luglio, assieme a delle amiche e anche altre blogger di cucina della zona: Barbara, Patricia, Lucia, Simona, e Alessandra. Carola ci ha radunate per divertirci a raccogliere le profumatissime e succosissime pesche bianche dal pescheto della famiglia. Non avete idea quanto ci siamo divertite! Almeno per me, è stata un'esperienza emozionante. Mi ha ricordato quei tempi quando ero una piccola peste che "rubava" le pannocchie dai campi dei nonni.

Feta, composta di cipolla e riduzione di aceto balsamico di Patricia
La sfoglia alle pesche di Carola, cliccate la foto per la ricetta
Il tiramisù light di pesche bianche e lamponi di Barbara
Le mie pastine alle mandorle in pasta filo, la ricetta arriverà! :)
A proposito di Carola, avete mai visto per caso il film "Julie & Julia"? Vi ricordate la scena quando Julie salta di gioia per aver ricevuto i primi commenti sul suo blog? Ecco, qui, in questa casa, la scena era più o meno la stessa quando ho ricevuto la prima e-mail da una lettrice, ed era di Carola! :)) Ora stiamo pensando di fare un'altra giornata assieme alla Casetta. Quale sarà il programma? Lo scoprirete a breve!
La nostra raccolta

martedì 9 agosto 2011

Klappertaart: un dolce cremoso al cocco

Siete già in partenza? Beati voi! Per chi, come me, deve pazientare ancora, viaggiamo almeno virtualmente, va'! Che ne dite, andiamo in Indonesia, il mio paese, con questo dolce goloso a base di cocco? Si chiama Klappertaart, una parola composta che in olandese vuol dire letteralmente “torta di cocco”, ma di fatto è un dolce al cucchiaio. L’Indonesia era rimasta per un lunghissimo periodo sotto l’occupazione dei Paesi Bassi, inevitabilmente qualche loro influenza è rimasta tuttora anche nell’arte culinaria.

Nella ricetta originale si usa la polpa di cocco giovane, quando è ancora tenera. Sarebbe meglio usarla fresca da un frutto appena aperto ma, per ovvie ragioni, qui sarebbe quasi impossibile. Comunque, nei negozi di alimentari orientali potete trovare la polpa sciroppata in lattine. Questo budino è tra i miei dessert indonesiani preferiti, spero piacerà anche a voi.

per 12 porzioni

4 uova, separate l’albume e i tuorli

160 + 40 gr di zucchero semolato

40 gr (2 cucchiai colmi) di maizena
400 ml latte di cocco
400 ml latte intero

1 baccello di vaniglia

180 gr (1 latta) polpa di cocco sciroppata

40 gr di uvetta

un pizzico di sale (facoltativo)

Mettete in ammollo in acqua tiepida l’uvetta. Scolate la polpa di cocco dallo sciroppo e riducetela in pezzi piccoli. Solitamente a strisce sottili.
Separate attentamente gli albumi e i tuorli delle uova. Disponeteli in due ampie ciotole. Unite 160 gr di zucchero ai tuorli e 40 gr all’albume.

Mescolate subito con una frusta i tuorli e lo zucchero. Quando lo zucchero sarà disciolto, amalgamate la maizena e, infine, il latte di cocco.
Nel frattempo, mettete a scaldare il latte vaccino a fuoco basso. Dividete il baccello di vaniglia in due e raschiate i semi con la lama del coltello e uniteli nel latte. Potete anche mettere la buccia, ma ricordate di toglierla dopo.
Quando il latte sta per prendere il bollore, spegnete il fuoco e versate la metà, a filo, sul composto di tuorlo e il latte di cocco, sempre mescolando con la frusta. Riversate questo composto nella pentola del latte e rimettete di nuovo sul fuoco.
Continuate a cuocere fino a quando si addenserà e otterrete una crema.
 Infine, unite la polpa di cocco e cuocete ancora per un paio di minuti, giusto per scaldarlo e amalgamarlo bene.
Dividete la crema nelle dodici cocottine e lasciate a raffreddare a parte.
Montate gli albumi e lo zucchero a neve ferma. Se volete, potete anche aggiungere un pizzico di sale. Trasferite in una sacca da pasticceria con una bocca larga e tonda.
Coprite la superficie della crema con la meringa (gli albumi zuccherati) e decorate con l’uvetta già strizzata dall’acqua.
Sistemate le cocottine in una teglia coperta con un dito di acqua (a bagnomaria) e infornate a 200°C per 8-10 minuti circa, fino alla doratura della meringa.
Lasciate raffreddare a parte e refrigerate. Servite freddo.

giovedì 4 agosto 2011

Matiz Da Otto, Timau


Rieccomi! Scusate (di nuovo!) l'assenza! :) Sapete com'è, immagino capiti anche a voi, tra lavoro e i vari impegni da gestire, alla fine passano giorni senza rendercene conto. Ora dovrebbero arrivare giornate più tranquille e spero di riuscire a scrivere di più.


Comunque, forse lo avete notato già dal banner arancione qui a sinistra: ho iniziato a collaborare con Cibando, una guida per mangiare bene ovunque vi troviate in Italia. La potete scaricare gratuitamente sotto forma di applicazione per iPhone, per consultarla anche on the road. Per i dettagli, vi mando a Davide Nonino, un noto blogger Udinese che collabora anche lui con Cibando. Qui vi spiega per filo e per segno come funziona l'app. Per chi non possiede questo marchingegno della Apple (non posso più vivere senza :)), potete sempre leggere le recensioni e gustare le belle foto sul blog o sulla pagina facebook di Cibando.



Una delle ultime missioni culinarie che mi sono state assegnate è stata al Albergo-Ristorante Matiz Da Otto a Timau. Se abitate qui in Friuli allora non avete scuse per non andarci! Per chi non abita in zona, beh, non è ora di fare una vacanza in Friuli Venezia Giulia??? ;)) Troverete tutto quello che vi serve: mare, montagna, colline, laghi, buon cibo, vini divini e anche un ottimo olio extra vergine di oliva! Su su, prenotate un soggiorno!



Tornando a Matiz da Otto, qui sotto trovate le foto che ho scattato con quel giocattolo di cui vi ho parlato all'inizio.


Per la mia recensione e le belle foto del fotografo ufficiale, cliccate qui e qui. Noi ci siamo trovati benissimo e non vediamo l'ora di avere l'occasione di tornarci. I titolari sono due persone splendide e dopo i Cjarsons della signora Antonietta e le grappe di signor Diego, la mia vita non sarà mai più la stessa! ;))


giovedì 7 luglio 2011

Pad Thai


Avete ancora il terrore dei germogli di soia? Spero di no. Li ho mangiati anche di recente e sono ancora qui! ;)) Mi piacciono troppo! Forse perché era l'unica "verdura" che sopportavo da bambina. I germogli di soia sono tra le verdure più economiche che noi, Indonesiani, troviamo al mercato. Perciò li mangiamo in una quantità industriale! Mia mamma era riuscita a propinarmeli perché non erano di color verde e nemmeno puzzavano, come i cavoli ad esempio. Per convincere i bambini a mangiare altre verdure però, i grandi ci dicevano che le verdure di colore bianco non fanno bene e sono pallide perché non hanno le vitamine di cui abbiamo bisogno per crescere. Poi, da grande, ho scoperto che erano palle! Fanno bene, altroché se fanno bene! Allora, via con i germogli! Non abbiate paura di comprarli che sono fondamentali per fare questo famoso piatto Tailandese. Altrimenti, per essere più sereni, potete anche farli crescere a casa, guardate qui. Non è poi così difficile, ma io sono pigra! ;)
Ora torniamo alla ricetta. Non essendo mai stata in Tailandia, non ho ancora avuto l'opportunità di assaggiare la versione originale. Mi ha molto incuriosita poiché l'ingrediente principale è la mia pasta asiatica preferita, le tagliatelle di riso, quindi ho provato a farlo a casa. Mi sono documentata e, dopo aver fatto delle prove di varie ricette, ho ideato questa versione che il mio palato ritiene equilibrata.

Per 2 porzioni

140 gr di tagliatelle di riso, l’ideale sono quelle con 3-5 mm di spessore
100 gr di tofu al naturale, tagliato a dadini di 1x1 cm
150 gr di gamberi
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di salsa di pesce
2 cucchiai di succo di lime/ succo di tamarindo
2 cucchiai di zucchero di palma (di canna)
1 cipollotto, a rondelle
2 uova, leggermente sbattute e salate
una grossa manciata di germogli di soia
1 peperoncino Tailandese, a rondelle
20 gr di arachidi tostati
una manciata di coriandolo fresco, tritato + qualche foglia intera per guarnizione

Mettete le tagliatelle in bagno nell’acqua bollente per 7-10 minuti, dipende dallo spessore delle vostre tagliatelle. Un altro metodo, più rischioso se non siete ancora abituati, sarebbe bollirle (come la pasta) per 5 minuti circa. Devono ammorbidirsi ma non spappolarsi. Scolate e ungete con poco olio per evitare che si attacchino.
Sgusciate i gamberi, togliete l’intestino e aprite la schiena come un libro.
Scaldate un filo di olio in un wok e soffriggete l’aglio. Quindi, unite il tofu.
Quando sarà dorato, inserite i gamberi e, dopo un minuto, le tagliatelle.
Mescolate in una ciotola lo zucchero, il succo di lime (o di tamarindo) e la salsa di pesce, versate sulle tagliatelle. Salate, pepate e saltate per distribuire meglio il condimento.
Spingete le tagliatelle su un lato del wok, versate le uova sullo spazio libero e strapazzatelo. Dopo 30 secondi, unite i germogli di soia, il cipollotto, il peperoncino e, infine, il coriandolo tritato. Saltate e cuocete per altri 2 minuti.
Servite calde cosparse di coriandolo fresco e arachidi tritate.

lunedì 13 giugno 2011

Mini Cake di Mandorle al Té Verde

Riuscite ancora a sopportare il calore del forno? Allora, vi passo una ricettina per l'ora del tè. A casa siamo due bevitori di questo infuso e non sappiamo resistere quando vediamo una miscela che non abbiamo ancora nella dispensa. In questo periodo stiamo provando i Kusmi Tea, recentemente arrivati sugli scaffali del negozio dei nostri amici, nonché nostri "fornitori" di caffè, cioccolato e altre cose golose. Devo dire che al di là delle sue belle scatole colorate, alcune miscele proposte sono davvero curiose, di cui una è il tè verde alle mandorle. Ispirato dal suo profumo, ho pensato di usarlo in questo cake di mandorle.

50 gr di mandorle pelate
5 gr di Tè verde alle mandorle di Kusmi Tea
50 gr di burro morbido + altro per imburrare
50 gr di zucchero di canna
1 uovo grande
50 gr di farina autolievitante
5 gr di lievito in polvere
1 cucchiaio di pangrattato, per infarinare

Riducete le mandorle e il tè in polvere con un macinaspezie (lo sminuzzatore).
Montate il burro e lo zucchero fino a quando sarà spumoso e pallido.
Incorporate l'uovo e, successivamente, la farina e il lievito. Quindi, unite e amalgamate le mandorle e il tè.
Imburrate e infarinate con il pangrattato un mini stampo di plumcake (20x8 cm circa).
Versateci il composto e infornate a 170°C per 15-20 minuti circa, fino alla doratura.
Dà il meglio se è servito tiepido a fette, magari assieme ad una tazza dello stesso tè usato nella ricetta.

Volete sapere dove compro i Kusmi Tea e dove mi fornisco di cose con alto tasso glicemico? Questo negozio merita un post esclusivo ma, in attesa, vi do un indizio; sta in un angolo di Piazza Matteotti a Udine con una posizione perfetta per osservare la vita cittadina e la gente che passa! ;)

venerdì 3 giugno 2011

Insalata di pasta al pesto di rucola, ratatouille e feta


A parte oggi, che a Udine è una giornata nuvolosa, sta iniziando la bella stagione! Le giornate si allungano e cominciamo a uscire più spesso e stare fuori tutto il giorno per goderci il sole. Qualunque sia la nostra destinazione; mare, montagna, lago o fiume, spesso ci capita di avere la pasta fredda nello zaino per il nostro pranzo all'aperto. Quindi, eccovi una ricetta di insalata di pasta con le verdure che si possono trovare facilmente tutta l'estate.

per 4-5 persone

400 gr di penne rigate
200 gr di formaggio feta
1/2 peperone rosso
1/2 peperone giallo
1/2 melanzana
2 zucchine
olio extra vergine di oliva sale pepe

Pesto di Rucola
50 gr di rucola
una punta di aglio
25 gr di pinoli
100 ml olio extra vergine di oliva
25 gr di pecorino, tagliato in piccoli pezzi.
sale

Mondate i peperoni; privateli dei semi e dei filamenti bianchi che trovate all'interno e tagliateli a dadini. Tagliate tutte le altre verdure più o meno della stessa grandezza dei peperoni.

Trasferite in una placca da forno. Salate, pepate e irrorate di olio extra vergine di oliva. Mescolate bene per distribuire bene il condimento su tutta la superficie delle verdure.

Infornate a 180°C per circa 20-25 minuti, in base alla grandezza dei vostri dadini. Le verdure sono pronte quando sono tenere e leggermente dorate.

Nello stesso tempo, fate gratinare il feta sbriciolato (grossolanamente) in precedenza, sulla graticola alta del forno. Inseritelo circa 10 minuti dopo le verdure. In questo modo dovrebbero essere pronti nello stesso momento. Lasciateli a raffreddare a parte.

Nel frattempo, mettete sul fuoco l'acqua per cuocervi la pasta e preparate il pesto di rucola.
Mettete tutti gli ingredienti nel bicchiere del frullatore a immersione e riduceteli fino ad avere un'emulsione liscia.

Quando la pasta sarà al dente, scolate e fatela raffreddare velocemente sotto l'acqua corrente fredda per bloccare la cottura. Conditela con il pesto e aggiungete un po' di olio.

Unite il ratatouille di verdure e il feta gratinato alla pasta, mescolate. Servite fredda.

mercoledì 1 giugno 2011

Un Invito Cioccolatoso

Avrei dovuto scrivere questo post un mese fa! Ma per una cosa e l'altra non ce l'ho fatta. Ora rimedio! ;)) All'inizio di maggio sono stata alla rassegna Squisito! per conto di Gambero Rosso, come ospite in uno degli incontri di Caffé Letterario. Se vi va di vedere il video, lo trovate qui. ;)) Nell'occasione, ho avuto il piacere di conoscere Diego Allaix e Alessandra Zigliotto dell'Università del Caffè Illy e, in seguito alle nostre chiacchierate, mi hanno invitato ad andare a Trieste a seguire un corso sull'uso del cioccolato in cucina. Cioccolato??? Cucina??? Come facevo a non andare?

Forse vi domandate cosa c'entra Illy con il cioccolato? Beh, almeno io me lo domandavo! ;)) Ho scoperto che oltre a Illycaffè, il gruppo controlla anche Domori (produttore di cioccolato gourmet), Dammann Frères (casa di té francese) e Mastrojanni (azienda vinicola di Montalcino). In più, il gruppo ha anche una partecipazione nell'azienda Agrimontana (che conoscete forse per i suoi meravigliosi marrons glacés)! Lo sapevate già? Vabbé, d'accordo, sono un po' indietro con le notizie! ;))

Comunque, è stata una serata molto piacevole iniziata con la spiegazione di Diego sulle caratteristiche del cioccolato, come degustarlo e apprezzarlo, seguita poi dalla lezione della bravissima e solare insegnante Chef Graziana Scaglia della Gastronomia Ludvig di Trieste.
Ecco cosa abbiamo imparato a fare quella sera con il cioccolato Sambirano di Domori.


Gnocchi di Susine al Cioccolato. Un piatto dolce salato molto apprezzato qui in Friuli che si può servire sia come primo piatto sia come dessert. Il cioccolato nell'impasto degli gnocchi si sposa alla grande con le susine, considerando che il cioccolato Sambirano ha quel sentore acidulo di frutti di bosco. Questo l'ho imparato da Diego! ;))


Melanzane al Cioccolato, ispirata all'omonimo dessert Campano, un abbinamento che, fino ad ora, mi ha lasciata sempre perplessa. Avevo torto! Un giorno proverò sicuramente a rifarlo a casa.


Mousse al Cioccolato. Beh, questo dessert non ha bisogno di spiegazioni! Chiunque avrebbe difficoltà a resistere! Infatti, è così irresistibile che l'ho mangiato prima di fare la foto! ;D

Non vedo l'ora di assistere al prossimo appuntamento che sarà "Il Caffé in Pentola", martedì 7 giugno, alle ore 18.00, sempre con lo Chef Scaglia. Se volete seguirlo anche voi potete leggere qui come si partecipa.

martedì 31 maggio 2011

I Miei Angoli di Siviglia


Avete prenotato il volo? Allora penso sia ora di dirvi finalmente di quei due posticini per fare colazione a base di churros a Siviglia. :)) Non sono delle vere e proprie churrerias ma mi piacciono assai. Come vi ho accennato, non erano nemmeno i churros più buoni che abbia mai mangiato, ma l'atmosfera e la posizione sono imbattibili!
Sono un'osservatrice, mi piace sedermi in un angolo del bar dove posso avere la visione della piazza o del viavai della gente. Mi diverto a "studiare" come gli abitanti del posto svolgono le loro attività giornaliere e come socializzano. La faccio tuttora a Udine, potrei stare ore a guardare le persone che passano! ;)) Saranno stati i troppi anni che ho impiegato per avere quella laurea in scienze sociali! :)) Comunque, questi due bar sono perfetti per lo scopo! :D

Bar La Muralla
Plaza del Altozano
41010 Sevilla
tel +34 954 344302

Questo bar-caffetteria si trova in un angolo del famoso Mercado de Triana nel quartiere gitano, dall'altro lato del fiume Guadalquivir che divide la città in due. Arrivando dalla zona El Arenal, attraversate il Puente de Isabel II e trovate subito questa struttura di mattone sulla vostra destra.
I churros sono fatti in casa e fritti sul momento, peccato che il cioccolato caldo non è altro che il Nesquick! :( Nonostante ciò, è un bar piacevole sia per una colazione, dolce e salata, sia per un pranzo leggero al riparo dal sole cocente e, perché no, per una semplice sosta con una clara ghiacciata e un piattino di tapas, dopo lo stancante giro tra i banchi del mercato. ;)


Bar Gran Tino
Plaza de la Alfalfa 12
41004 Sevilla
tel. +34 954 210 883

Qui trovate l'ospitalità che vi fa sentire subito a vostro agio, come se foste nel vostro bar del quartiere anche se non parlate la lingua. E' collocato nell'angolo (già, un altro! :)) di una piccola piazzetta, imboscata nel pieno centro di Siviglia. Per ora, è la mia piazza preferita di Siviglia. Accogliente e sempre colma di gente del posto che si ferma per una colazione veloce mentre legge le novità sul giornale prima di andare al lavoro. Di pomeriggio, poi, le persone si incontrano per stare all'ombra e chiacchierare con gli amici. Quando mi siedo qui, mi sento di essere, da sempre, una Sivigliana.
I churros? Penso siano quelli surgelati! ;p Ma almeno il cioccolato era denso come dovrebbe essere. Se desiderate quelli seri, non tanto distante dal posto trovate lo storico Bar El Comercio che ha la fama di avere i migliori churros della città. Purtroppo era in ferie durante la mia breve permanenza, sarà la mia scusa per tornarci! :D

Per dormire vi consiglio di prenotare l'appartamento Catedral tramite questo sito. Vi sembrerà di stare in un angolo (sì, un altro angolo!) dello showroom di Ikea, ma è letteralmente a 30 secondi dalla Giralda! Con questo studio come punto di partenza, non dovrete nemmeno prendere i mezzi pubblici per girare, poiché tutti i luoghi più importanti sono a meno di 15 minuti a piedi.
Per mangiare bene, poi, basta scendere di casa e trovate una filiale della Taberna Coloniales, molto frequentata dai residenti, dove per la prima volta nella mia vita sono stata consigliata di fermarmi con le ordinazioni. Il cameriere aveva paura che non sarei riuscita a finire tutto e aveva ragione!!! Qui, tre tapas equivalgono a un pasto per due persone! In più, il conto, già con la birra, era €9,85!!!
Per questo e per tante altre ragioni, se Siviglia fosse sul mare e se parlassi lo spagnolo, mi ci trasferirei subito!

martedì 17 maggio 2011

Torta Marocchina alle Arance e Cardamomo


Abbiate fiducia, gli indirizzi di churrerías arriveranno! Se volete, potete già prenotare il volo per Siviglia, poi vi darò le dritte! ;) Intanto, prima che spariscano del tutto le arance dal mercato, vi passo una ricetta di una torta marocchina fatta con mandorle e semolino. Questa torta è più buona mangiata il giorno dopo. Trattandosi di una torta sciroppata, più lasciamo che lo sciroppo penetri, meglio è; altrimenti potrebbe risultare un po' secca. Ovviamente, non potete abbandonarla per una settimana a giacere in cucina.

per 8-10 porzioni

115 gr di burro ammorbidito + altro per ungere
100 gr di zucchero di canna, per la torta
100 gr di zucchero semolato, per lo sciroppo
2 uova
3 grosse arance biologiche/ non trattate, la scorza grattugiata e il succo
175 gr di semolino + altro per infarinare
100 gr di farina di mandorle
10 gr di lievito per dolci in polvere
1 cucchiaino di acqua di fiori d’arancio (facoltativo)
3 bacche di cardamomo
2 vasetti da 170 gr di yogurt greco al naturale, per servire

Lavorate il burro, la scorza di arance e lo zucchero di canna con un mixer fino a quando sarà spumoso e lo zucchero sarà disciolto. Incorporate le uova uno alla volta e infine, se la usate, l’acqua di fiori di arancio.
Successivamente, unite anche il semolino e la farina di mandorle con una spatola o, se usate sempre il mixer, usate la velocità bassa.
Ungete e infarinate con il semolino uno stampo rotondo di 24 cm di diametro circa e versateci il composto.
Infornate a 170°C (forno ventilato) per 15-20 minuti fino a quando la torta sarà dorata. Inserite uno spiedino di bambù o un coltello al centro di essa, se la torta è cotta, dovrebbe risultare asciutto.

Nel frattempo, potete preparare lo sciroppo. Mettete il succo di arance (300 ml circa) e lo zucchero semolato in un pentolino assieme alle tre bacche di cardamomo (leggermente schiacciate).
Fate ridurre il tutto a fuoco dolce fino a quando avrà una consistenza sciropposa.

Quando la torta sarà pronta, bagnatela con 2/3 dello sciroppo e conservate l’atro 1/3 per la presentazione. Servite la torta a spicchi con una cucchiaiata di yogurt e un giro di sciroppo.

martedì 3 maggio 2011

Churros con Chocolate

Forse ora fa già troppo caldo per degustare questi dolci molto calorici ma non importa, io sono in crisi di astinenza dalla Spagna. La adoro! Peccato che non parli la lingua, ma un giorno mi piacerebbe impararla. Sono già due estati che scappiamo là per le ferie, non vedo l'ora di poterci andare di nuovo. Nell'attesa, per portare la Spagna in Friuli, ogni tanto tengo TVE accesa e, ovviamente, faccio dei piatti spagnoli!
Una volta, prima di andarci, quando sentivo parlare di Spagna, le due cose che mi venivano in mente erano la paella e i churros. Mi ero messa in testa che se un giorno fossi andata in Spagna, avrei dovuto assolutamente provare queste due prelibatezze. Il primo viaggio spagnolo è stato a Barcellona e ho costretto mio marito a camminare per chilometri in cerca di churrerías! ;p Un posticino carino l'avevamo trovato, ma era la città sbagliata dove andarli a cercare. Questa caccia di churros si è rivelata molto più semplice a Siviglia, dove finalmente ho visto delle vere churrerías come vengono raccontate nelle guide turistiche! Lì, per vendicarmi, ogni santa mattina ho fatto colazione a base di questi dolcetti golosi! ;D Ho preso nota anche di due posti carini che non fanno i migliori churros, ma hanno l'atmosfera perfetta per assaporare Siviglia. Magari vi passo gli indirizzi nel prossimo post.

Essendo fritti vi consiglio di prepararli sul momento. L’impasto è simile a quello della pasta choux. Con la dose riportata qui sotto avrete una quantità generosa di churros. Se vi avanza un pò di impasto, potete sempre infornarlo a 220°C per fare i bignè. Mi sono trovata bene con questa ricetta che ho preso dalla rivista Delicious UK dello scorso aprile. Funziona sia per i churros sia per i bignè.

per 6-8 porzioni

250 ml acqua
75 gr burro
¼ cucchiaino sale
125 gr farina 00
3 uova grandi
olio di arachidi zucchero a velo cannella in polvere

Mettete a scaldare l’acqua con il burro e il sale. Quando prenderà il bollore e il burro sarà sciolto, unite la farina setacciata e rimestate energicamente con un cucchiaio di legno per evitare che si formino grumi.
Sempre rimestando, continuate a cucinare l’impasto per circa 2-3 minuti, fino a quando si staccherà dal lato del pentolino e formerà una palla.
Togliete dal fuoco, trasferite in un’ampia ciotola e lasciate a parte ad intiepidire. Non mettete subito le uova, perché altrimenti le cuocete e l’impasto non lieviterà durante la cottura.
Una volta raffreddato, incorporate le uova (a temperatura ambiente), una alla volta con una frusta. Dovreste ottenere un impasto liscio e denso. Trasferitelo in un sac à poche, con una bocchetta a stella grande.
Scaldate l’olio in una padella alta con il fondo pesante, fino ad arrivare a 180°C circa e friggetevi i vostri churros. Spremete l’impasto direttamente sull’olio caldo e tagliatelo con l’aiuto di un coltello o un paio di forbici, per formare dei bastoncini lunghi 10-12 cm o dei nodi, quest'ultimi sono più difficili. Ci vogliono un paio di minuti per lato per arrivare alla doratura. Scolate e adagiateli su una carta da cucina per assorbire l’olio in eccesso.
Rotolate i churros nella miscela di zucchero a velo e cannella mentre sono ancora caldi e servite con una tazza di cioccolato caldo per intingerli. Quello preparato nelle bustine che possiamo trovare facilmente al supermercato ha la consistenza perfetta! ;)

venerdì 29 aprile 2011

Leggermente Fuori Tema (e Fuori Tempo)


Eccomi qua! Tranquilli, non sono andata in letargo per essere arrivata seconda al talent del Gambero Rosso! :) Sono solo un pò indaffarata e non sono riuscita a preparare nulla per il blog. Eh sì, ahimè, non ho vinto. :(( Quindi, niente programma televisivo per me, ma presto potrete vedere quello di Matteo. Ha portato a casa lui il premio e sono serena: ha vinto un amico degno del titolo. La Scuola 2 comunque è stata una bellissima esperienza che mi è servita molto dal punto di vista personale e professionale.
Non ho perso. Per me è stata, in ogni caso, una vittoria ed è un passo avanti verso la direzione nella quale mi piacerebbe andare. Se avessi vinto invece di fare un passo, ne avrei fatti due, ma va bene così! ;p Ho sempre cercato di giocare per vincere e di dare il meglio di me. Certo, ci sono certe cose che vorrei cancellare e dimenticare, tipo la pasta ripiena! ;) Ma, considerando lo stato emotivo di una competizione e i limiti che avevamo, sono soddisfatta. Torno a casa orgogliosissima di essere arrivata fino alla finale con il 9 dallo chef Gennaro Esposito in tasca!!!
Qui sotto potete guardare il video dell'ultima puntata. Se volete guardarle tutte, potete andare qui e qui, dove Francesco, uno dei concorrenti (è quello col basettone), ha raccolto tutto.


Puntata 12 from komu on Vimeo.

Colgo l'occasione per ringraziare, innanzitutto, tutto lo staff del Gambero Rosso TV: Stefano, Marco T., Stefania, Francesca B., Bianca, Sara, Laura, Emanuela, Nadeek, Vincenzo, Carla, Enrica, Consuelo, Cristiano, Marco A., Pina, Fulvio, Leonardo, Mario, Alessandro, Lorenzo e Fabio, che ci ha regalato il disegno della semifinale qui sopra. Spero di non aver dimenticato nessuno! Siete davvero una super squadra e ci avete fatti sentire a casa fin da subito. Per tanti di noi, il ritorno alla "normalità" è stato traumatico! Forse anche perché a casa il cuscino non è così morbido come quello di un albergo a 4 stelle! ;o))
Ringrazio la giuria, Francesca Riganati e Allan Bay, dai quali ho ricevuto molti consigli professionali, ne farò sicuramente tesoro. Infine, grazie davvero di cuore una delle persone più generose che abbia mai conosciuto, il SuperChef Igles Corelli. Posso riprovarci con La Scuola 3, per caso? ;D

Un ringraziamento speciale vorrei farlo allo chef Diego Tassi della Civiform, per aver creduto in me. Anche grazie a lui ora posso cominciare a occuparmi professionalmente del meraviglioso mondo della cucina. Sono lieta di comunicarvi che stasera inizio la mia classe di Cucina Etnica presso, appunto, Civiform di Cividale! :D Ormai è tardi per iscrivervi per questo giro, ma se volete, potete fare sempre la pre-iscrizione on-line. Se siete in tanti, chi lo sa, magari si farà un secondo ciclo! :))

Al prossimo post! Sì, scriverò una nuova ricetta! ;))

mercoledì 20 aprile 2011

Gulai Kambing (Stufato Speziato di Agnello)

Fra poco sarà Pasqua! Se non sapete ancora come cucinare il vostro agnello, vi propongo questo stufato speziato dell'Isola di Giava che si chiama Gulai. Così magari sorprendete i vostri commensali con una cosa insolita. Come tante carni in umido, anche questo ha un procedimento semplice. Basta inserire tutti gli ingredienti in una casseruola e lasciare che il tutto cuocia a fuoco lento. Nel frattempo potete cucinare le altre pietanze o mettere a posto la casa, prima che arrivino gli ospiti. Con gli stufati indonesiani, però, ci sarebbe questa parte noiosa: dovrete tirare fuori dalla dispensa quasi tutte le spezie che avete, dosarle e ridurle poi ad una pasta, possibilmente con un mortaio. Per praticità, chiuderò un occhio se usate lo sminuzzatore! ;o) Ho fotografato gli ingredienti secchi per aiutarvi a riconoscere quelli più particolari.


per 4 persone

500 gr di agnello, tagliato in piccoli pezzi
400 ml di latte di cocco (lo trovate in latta o in tetrapak)
20 gr di pasta di tamarindo (ammollata in acqua tiepida)
2 noci di candela (in alternativa, 6 mandorle pelate o 4 noci di macadamia)
3 cm di zenzero fresco
2 spicchi d'aglio
2 scalogni + 1 altro per gli anelli fritti
1 peperoncino
1 stecca di cannella
3 chiodi di garofano
2 baccelli di cardamomo, leggermente frantumati
3 foglie di kaffir lime (in alternativa, la scorza di mezzo lime)
2 cucchiaini di curcuma in polvere (o 3 cm di quella essiccata)
1 cucchiaino di fieno greco
1 cucchiaino di cumino
1 cucchiaino di semi di finocchio
2 cucchiaini di semi di coriandolo
sale
2 l di acqua circa
olio di arachidi (vegetale)
1 lime

Tostate le ultime quattro spezie nell'elenco (il fieno greco, il cumino, i semi di finocchio e i semi di coriandolo). Quando saranno leggermente dorate e profumate, riducetele in polvere con un mortaio, assieme al sale. Aggiungete le noci di candela e frantumatele con il pestello.
Sbucciate e tagliate in pezzi piccoli lo zenzero fresco, l'aglio e gli scalogni. Quindi, uniteli alle spezie nel mortaio e continuate a pestare fino a quando avrete una pasta quasi liscia. Dovrebbe sembrare un pesto, per intenderci.
Scaldate un filo di olio in una casseruola e fateci stufare a fuoco basso il pesto di spezie. Quando sarà profumato e traslucido, unite le altre spezie rimanenti che avete lasciato integre (vedete quali sono nella foto) e continuate a soffriggere.
A questo punto, alzate la fiamma e unite i pezzi di agnello e fate dorare le superfici. Successivamente, versate 2 litri di acqua circa, fino a coprire i pezzi della carne. Appena l'acqua prende il bollore, coprite la casseruola e continuate la cottura a fuoco lento, tendente a lentissimo. L'acqua deve solo sobbollire dolcemente.
A circa mezz'ora alla fine della cottura, unite l'acqua del tamarindo, la curcuma e il latte di cocco. Dovrete cucinare l'agnello fino a quando la carne sarà tenerissima e si staccherà facilmente dalle ossa. Ci vorranno circa due ore.
Servite caldo con qualche goccia di succo di lime e riso Thai al vapore decorato con degli anelli di scalogno fritti.