I buongustai della regione sicuramente hanno già sentito parlare di Godia. Anzi, sono certa che questa piccola frazione di Udine è conosciuta anche dai foodies dell'intera nazione se non di tutta Europa. Perché? Perché l'unico ristorante del Friuli Venezia Giulia con due stelle Michelin sta proprio lì, nella piccola piazzetta del paese, proprio di fronte al campanile del Duomo. Immagino abbiate sentito parlare della famiglia Scarello del rinomato ristorante Agli Amici. Su di loro, prima o poi, ritornerò a parlare, di belle cose, ovviamente! :)
Ora arriviamo alla seconda ragione della fama di Godia; le patate, a cui il paese dedica una sagra, ormai giunta alla sua 37° edizione, in corso proprio in questi giorni. Per chi non è riuscito ad andarci il weekend scorso, consiglio vivamente di farlo nel fine settimana, da oggi pomeriggio (venerdì 6) fino a domenica 8 settembre. Gli gnocchi che ho assaggiato erano buonissimi e meritano i 20 minuti di coda. Non vi preoccupate, vi passeranno velocemente perché sarete occupati a osservare le mani abili delle signore che preparano e impastano gli gnocchi, proprio davanti ai vostri occhi. Se poi ne vorrete un bis, dal 2007 Godia è anche presente alla kermesse Friuli DOC, quest'anno lo stand sarà in Piazza Garibaldi.
Ciò che rende speciali le patate di Godia sono il microclima e le caratteristiche dei terreni in cui vengono coltivati, un pH leggermente acido e un buon contenuto di ferro, ideali per la coltivazione di questi tuberi. Se volete saperne di più, vi rimando al sito dell'ERSA FVG. A proposito, non è facile trovare queste preziose patate nei supermercati, molte delle aziende agricole locali le vendono in proprio. Questi sono giorni di raccolto e io sono andata a prenderle qui.
Le patate di Godia hanno una forma tondeggiante ovale con una buccia liscia di colore bianco giallastro. La varietà coltivata nella zona dagli anni 60 è la Kennebec, d'origine americana, con una polpa bianca e farinosa. Proprio per questo motivo è particolarmente indicata per fare gli gnocchi, le minestre e la purea. Anche se, vista la sua resistenza alla cottura, è abbastanza versatile e si presterebbe a ogni tipo di preparazione.
Considerando che Giulia ha appena fatto gnocs cun lis sespis, evito di darvi una ricetta di gnocchi. Poi, ho paura di non poter competere con 37 anni di esperienze della Sagra di Godia! ;) Ispirandomi dall'ultima lezione di cucina spagnola che ho seguito durante le vacanze, ho fatto una tortilla de patatas; uno dei piatti più classici della cucina spagnola che si può trovare dal bancone dei bar al mercato fino ai bar de tapas più rinomati. Ho notato che lo chef aveva usato delle patate a pasta bianca. Sono andata a informarmi dall'amico Google :) e ho scoperto che tanti suggeriscono di usare proprio la Kennebec, ergo, la ricettina di oggi! Vi avviso già che non è fatta per le persone che badano alla linea! :D
Ah, gli ingredienti elencati bastano per una tortilla di 24 cm di diametro o 3 porzioni individuali. La quantità sfamerebbe 3-4 persone, ma se chiedete a me, ne basta solo per due (particolarmente golose)! :p
800 gr patate di Godia
250 gr (2 pezzi) di cipolle
6 uova grandi
sale, q.b.
pepe, q.b.
abbondante olio di oliva, per friggere
Pa amb tomàquet / Pan tumaca (pane al pomodoro)
2-4 pezzi di pane tipo ciabbattina/ baguette/ pugliese
2-4 pezzi di pomodoro ramato molto maturo
olio extra vergine di oliva
aglio (facoltativo)
Sbucciate e tagliate le patate a fettine sottili (3-5 mm circa) e friggitele in un'abbondante olio caldo. Cercate di mantenere la fiamma medio-alta. Se l'idea vi crea orrore, allora rosolatele in una padella antiaderente con poco olio. Il risultato finale sarà meno goloso ma è una scelta vostra. (Capisco se non avete voglia di andare a correre 7 km il giorno dopo per smaltire le calorie! ;))
Mi raccomando, se volete cambiare l'olio di frittura, potete farlo solo con olio extra vergine di oliva (ma sarebbe un peccato e uno schiaffo alla povertà. Dopotutto, la tortilla dovrebbe essere un piatto povero!) o l'olio di arachidi. Non vorrei dover dare spiegazioni al vostro cardiologo se usate altro tipo di olio.
Dopo circa 10 minuti, quando le patate iniziano a essere più tenere, unite le cipolle tagliate a strisce sottili quanto le patate. Salate e pepate leggermente e continuate la cottura fino a quando si formeranno delle crosticine dorate, ci vorranno altri 15-20 minuti.
Nel frattempo, potete iniziare a preparare il pane al pomodoro. L'origine penso derivi dalla necessità di utilizzare il pane raffermo. Bagnando la mollica con la polpa del pomodoro, il pane si ammorbidisce e diventa di nuovo mangiabile. Nulla vi vieta di usare il pane fresco, a patto che la mollica non sia troppo soffice, altrimenti si sfalderebbe.
Dividete i pomodori in due. Volendo potete anche togliere i semi, ma è un passaggio in più che non faccio.
Tagliate il pane a fette e strofinate un lato con l'aglio (se vi piace) e la polpa di pomodoro. Di solito ci vuole una metà per ogni fetta, ma dipende sempre dalla sua succosità.
Infine, irrorate con abbondante olio extra vergine di oliva.
Appena le patate e le cipolle sono dorate, scolatele dall'olio con l'aiuto di un colino. Lasciatele a intiepidire un po'.
A parte, rompete e sbattete le uova in un'ampia ciotola. Condite con un pizzico di sale per ogni uova e del pepe. Unite le patate alle uova e lasciate a riposare per circa 5 minuti per far "abbracciare" meglio i due elementi e far sì che i sapori si amalgamino.
Scaldate la stessa padella calda in cui avete fritto le patate. Lasciate solo un filo di olio e friggete l’impasto di uova e patate.
Quando la parte inferiore è dorata e i bordi iniziano a rassodarsi, girate la tortilla, aiutandovi con il coperchio. Spingete i bordi verso l'interno con un mestolo piatto per darla una forma più rotondeggiante. Fate dorare anche l'altro lato, per circa 3-4 minuti. L'ideale sarebbe fino a quando la parte esterna della tortilla è già soda mentre il cuore è ancora cremoso. Le uova non dovrebbero essere cotte del tutto. Se preparate questa tortilla anche per i bimbi, continuate pure la cottura fino alla completa coagulazione delle uova.
Servite caldo con del Pa amb Tomàquet e magari una cerveza ghiacciata.
Per i più raffinati, Giulia, la nostra futura enologa di fiducia, suggerisce di accompagnare questo piatto con uno Chardonnay. Questo vino se carico di molteplici aromi sta bene con i piatti a base di uova. Ha un colore giallo carico. Al profumo presenta note di fiori bianchi, pietra focaia e frutti tropicali. In bocca, invece, è elegante, a volte con un retrogusto di mela matura e miele. Si serve a una temperatura di 8-10°C.
2 commenti:
Bel post Theodora! Bentornata sulla blogosfera! :)Adoro la tortilla e proverò presto la tua ricetta!
Io aspetto che tu me la cucini... <3
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