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lunedì 23 dicembre 2013

Ensalada de Nochebuena



Già dal nome si percepisce che si tratta di un piatto Natalizio. Ensalada de Nochebuena è un'insalata di frutta e verdura del Messico che si prepara per la Vigilia di Natale. Ideale per dare un tocco di freschezza ai piatti ricchi e speziati che spesso si trovano sulla tavola. Ci sono diverse versioni di questa festosa insalata, ogni famiglia aggiunge la frutta e la verdura che preferisce. Di base, però, dovrebbero esserci le rape rose, la lattuga romana, le arance, il melograno, la mela rossa e la jicama. Quest'ultimo ingrediente è un tubero che si consuma principalmente come frutta. Ha una forma tondeggiante con la buccia color crema che si spella facilmente. La polpa è bianca, succosa e leggermente dolce. La consistenza potrebbe ricordare una pera o una mela croccante. Perciò, non potendola trovare qui, l'ho sostituita con la mela verde per una ragione estetica; l'alternanza del colore rosso e verde della mela fa subito Natale!

Per 6 persone

2 rape rosse, cotte e sbucciate
3-6 ravanelli
1 cespuglio lattuga romana
1 cespuglio insalata gentile
2 arance Navel
1 mela rossa Annurca
1 mela verde Granny Smith
Il succo di 1 limone
1/2 melograno
Un cucchiaio semi di zucca e/o le arachidi tostate
Una manciata foglia di coriandolo fresco

Salsa
125 g panna acida o yoghurt al naturale
Circa 3 cucchiai succo di arance
1 cucchiaino raso zucchero
Sale, a piacere

Tagliate le rape e i ravanelli a fettine sottili. Sbucciate il melograno e ricavate i semi. Tagliate la lattuga romana a quadretti.
Togliete il gambo e sfogliate l'insalata gentile e disponetela a modo di fiore sul fondo del piatto. Sistemate le fettine di rapa rosa sopra l'insalata.
Tagliate a vivo le arance e ricavate gli spicchi senza prendere le membrane bianche, tenendole su una ciotola per raccogliere il succo che fuoriesca che vi servirà per fare il condimento.
Levate i torsoli delle mele e tagliatele a spicchi sottili di 1 cm circa. Bagnatele con il succo di limone per prevenire l'ossidazione.
Sistemate le mele e le arance a modo circolare, o come piace a voi, la lattuga romana e i ravanelli al centro.
Cospargete i cicchi di melograno, i semi di zucca e le foglie di coriandolo in modo omogeneo. Condite con la salsa allo yoghurt all'ultimo minuto, giusto prima di servirla.
Per la salsa, mettete tutti gli ingredienti in una ciotola e mescolate. Irrorate sull'insalata.

giovedì 21 ottobre 2010

Ratatouille all'aceto balsamico 

Mi auguro che tra di voi non ci siano dei filo-francesi critici che comincino a protestare e a dirmi che questa ricetta NON è la vera ratatouille. Lo so bene! Ma chiamarla così suona meglio ed è molto più breve di "Dadolata di verdure al forno all'aceto balsamico" che, tra l'altro, non sta nemmeno nello spazio apposito per il titolo. ;o)) 



Allora, ho preso un peperone giallo, uno rosso e uno verde, una melanzana, tre zucchine e, già che stavo facendo pulizia del frigo, tre carote.



Ho tagliato tutte le verdure a dadini, più o meno della stessa grandezza. Ovviamente, prima ho sbucciato le carote e mondato i peperoni.


Fatto questo, ho accesso il forno (ventilato) a 170°C e ho versato il tutto in due placche da forno. Non ho stretto troppo le verdure perché altrimenti sarebbero diventate lesse non arrostite.


Ho condito con il sale, il pepe e l'olio extra vergine di oliva. Ho mescolato bene il tutto in modo che il condimento coprisse bene tutta la superficie.
Ho inserito le teglie nel forno una volta raggiunta la temperatura desiderata. 

Ho aspettato che il tutto fosse leggermente dorato e che le carote fossero tenere, prima di togliere le teglie. Erano passati circa 20-25 minuti, ma dipende sempre da quanto grande sono i dadini di verdure.
Successivamente, ho aggiunto 2 cucchiai di aceto balsamico, un cucchiaio per ogni teglia, e ho mescolato bene.
Ho atteso 5 minuti prima di mangiarla così com'è, con un pò di fettunta. A mio marito piace come contorno, soprattutto con della scamorza affumicata alla piastra. 



Con questa dose, penso di aver fatto la ratatouille sufficiente per 4 persone, ma magari, come spesso accade, ho esagerato! ;o))


mercoledì 10 marzo 2010

Contorni Veloci di Radici

Vi capita mai di non aver né la voglia né tantomeno l’energia per cucinare? Potrebbe sembrarvi strano ma, a me, a volte, sì. Quando questo accade, il pollo arrosto del supermercato sotto casa è la mia salvezza! ;o) Mi rendo conto che non è il massimo. A volte non sappiamo nemmeno da dove viene questo pollo, ma penso sia sempre meglio di quelle cotolette dalle forme regolari, impanate e surgelate, no? ;o) Comunque, se succede anche a voi, questi contorni di ortaggi a radice sono veloci da preparare e danno più allegria a quel pollo triste del banco servito.

Carote al Cumino
Sbucciate le carote e tagliatele a bastoncini o a rondelle, a vostro piacimento. Nella foto vedete le carotine piccole, quindi le ho lasciate intere.
Mettetele in una casseruola con un po' di acqua salata e portate ad ebollizione. Lasciate cuocere fino a quando sono tenere ma ancora leggermente al dente.
Controllate con una forchetta o la punta di un coltello, che deve poter entrare facilmente senza sfaldare le carote. Ci vogliono circa 5-10 minuti (dipende dalla grandezza) da quando l'acqua prende il bollore. Scolatele.
In una padella, mettete a sciogliere una noce di burro e dell'olio extra vergine di oliva. Aggiungete uno spicchio d'aglio in camicia e dei semi di cumino a piacere. Fateli tostare fino a quando emanano il profumo. Questa spezia ha un forte sapore che potrebbe risultare nauseante, usatela con parsimonia. Per circa 500 gr di carote, ne metto mezzo cucchiaino.
Unite le carote e saltatele per distribuire meglio il cumino. Pepate e aggiustate di sale se occorre. Lasciate cuocere per un altro paio di minuti, o fino ad ottenere la consistenza che più vi piace. Servite caldo.

Radici Arrostite
Sbucciate e tagliate a bastoncini le carote, il sedano rapa e i topinambur. Se non li cuocete subito, mettete le ultime due radici in acqua leggermente acidulata con il succo di limone.
Mettete il tutto in una casseruola con dell'acqua, una quantità sufficiente per coprire gli ortaggi. Salate e portate a ebollizione.
Lasciate cuocere per circa 6-8 minuti, fino a quando il sedano rapa e i topinambur sono diventati leggermente lucenti.
Scolate e trasferite il tutto in una teglia da forno. Salate, pepate e irrorate con dell'olio extra vergine di oliva.
Infornate a 180°C (200°C forno statico) per circa 20 minuti o fino alla formazione di una crosticina dorata sui bastoncini.
Mangiateli caldi. Sono già buoni così, ma una spolverata di paprica affumicata li rende ancora migliori.

Piesse:
Potete anche non fare caso a questo ultimo consiglio, a me piace la paprica affumicata così tanto che la metto dappertutto! ;oD E' venduta come "pimenton de la vera" e l'ho comperato in Spagna, ma ho scoperto che la si può ordinare anche via Ebay! :o)) Se siete interessati, digitate "smoked paprika" e trovate i vari venditori, per la maggior parte, inglesi.

venerdì 30 ottobre 2009

Cavolo Rapa Gratinato alle Erbe

Ora che è arrivato il freddo, il mercato è riempito di vari tipi di ortaggi appartenenti alla famiglia cavoli. Da bambina non mi facevano impazzire, soprattutto per via dell'odore forte che emanavano quando la tata li cucinava. Sì, la tata, la mia mamma è una pessima cuoca! ;o)) Non ho grandi ricordi della sua cucina, tranne quei biscotti che erano così duri che non riuscivo nemmeno a masticare. ;oD
Nonostante ciò, se oggi mia sorella e io mangiamo i cavoli è tutto merito suo. Ha avuto successo perché era furba! Aveva usato la nostra debolezza contro di noi! Un giorno aveva fatto i cavolfiori saltati con i würstel tagliati a pezzi, quindi eravamo costrette a magiare tutti e due! So che l'abbinamento vi fa orrore ma, credetemi, per noi era la cosa più buona che avesse cucinato la mamma! ;o)
Da grande, quando non c'era più una tata che ci faceva da mangiare, ho cominciato a cucinare io per sopravvivenza! :o))

Comunque, questa mia ricetta di cavoli farà sicuramente meno stupore rispetto al cavolfiore e i würstel della mamma. Secondo me, potrebbe essere un primo approccio più dolce alla famiglia di cavolfiori, per chi non li ama particolarmente. L'ho testata su mio marito! ;o) Nella foto sono i cavoli rapa, quelle verdure strane di cui vi ho parlato tempo fa. Potete però usare tranquillamente i cavolfiori, anzi, forse sono anche più buoni per essere gratinati.

per 2-3 persone

2 cavoli rapa
(o 1 cavolfiore piccolo)
4 cucchiai colmi di pangrattato

1 filetto di acciuga sottolio

una punta d'aglio

una manciata di prezzemolo

1 rametto di rosmarino

2 rametti di timo

qualche foglia di salvia

20 gr parmigiano
o grana, grattugiato
sale e pepe q.b.

olio extra vergine di oliva q.b.


Sbucciate i cavoli rapa con il pelapatate e tagliateli a cubetti. Lessateli in acqua salata per circa 15 minuti, fino a quando si sono ammorbiditi ma non spappolati.
Fate la prova con uno spiedino di bambù. Vi dovrebbe entrare facilmente senza spezzare i cubetti in due. Come la prova che fate con le patate lesse, insomma.
Se usate i cavolfiori, basta sbollentarli per circa 5 minuti, fino a quando il colore è cambiato da un bianco opaco a un bianco più lucido.
Mentre le verdure bollono, tritate finemente l'acciuga, l'aglio e tutte le erbe. Trasferite il trito in una ciotola ampia assieme al resto dell'ingrediente, incluso l'olio. Versatene una quantità sufficiente per umidire il pangrattato. Mescolate il tutto con le mani per poter distribuire bene le erbe e i condimenti al pangrattato.
Scolate i cavoli rapa e unite al pangrattato alle erbe. Scuotete leggermente la ciotola per far coprire omogeneamente tutte le superficie dei cavoli con il pangrattato. Aiutatevi con le mani se vi va meglio.
Trasferite in una teglia bassa leggermente oleata e infornate a 180°C per circa 15 minuti, fino alla doratura. Servite caldo.

martedì 29 settembre 2009

Saòr di Finocchio

L'illuminazione per questa ricetta mi era venuta a forza di pulire e aprire le sardine a modo di farfalla e di tagliare a julienne chili di cipolle, ogni santo giorno (o quasi), per fare le sarde in saor. Erano i tempi dell'apprendistato e, per sfortuna nostra (stagisti), i clienti del ristorante sembrava gradire molto questa pietanza, originaria del Veneto ma si mangia tanto anche qui in Friuli, magari con della polenta bianca.
Le sarde in saòr sono praticamente delle sardine fritte, conservate assieme alle cipolle stufate in agrodolce con abbondante pepe nero in grani. La versione originale comprende anche l'uso di pinoli e uvetta. Per la ricetta delle sarde in saòr, andate pure qui, sul blog "La Cucina di Calycanthus".

Questa ricetta di finocchio in saòr partecipa al concorso "Tapas per l'Estate", promosso da Erborina. Anche se, a dire il vero, i finocchi sono reperibili verso fine estate. Spero vada bene lo stesso. ;o) Visto il tema, ho pensato di servirli su rondelle di polenta bianca (tostate) con delle sardine, rigorosamente tirate fuori da una scatola di latta! xo) Ero un po' pigra! In un mondo perfetto, dovrebbero essere le alici o le sardine marinate (con sale, pepe, limone e olio evo) o, perché no, i pesciolini fritti. Se siete più pigri di me e non avete voglia neanche di fare la polenta, sono buoni pure con questi cracker che creano dipendenza. ;o)



Per 2 persone (come contorno) o 10-15 tapas:

1 cipolla bianca o dorata
1 finocchio grosso
1 cucchiaino di pepe nero in grani + altro macinato fresco q.b.
1/2 cucchiaio di zucchero semolato (o di canna biondo)
2 cucchiai di aceto di vino bianco (o di mele)
sale q.b.
olio extra vergine di oliva q.b.


Tagliate la cipolla e il finocchio a julienne; a strisce finissime. Se tagliate il finocchio molto in anticipo, sarà meglio metterlo in acqua fredda acidulata con il succo di limone o aceto. In questo modo prevenite l'ossidazione e il finocchio mantiene il suo colore bianco.
Versate un po’ di olio, una quantità sufficiente per coprire il fondo della padella. Scaldatelo a fuoco medio e fateci soffriggere la cipolla. Mescolate ogni tanto, facendo attenzione di non bruciarla. Deve stufare dolcemente fino a quando diventa trasparente.
Aggiungete il resto degli ingredienti, tranne l'aceto. Lasciate cuocere ancora per circa 5-10 minuti. Dovete far ammorbidire il finocchio ma non spappolarlo; dovrebbe avere la stessa trasparenza della cipolla tanto da non riuscire più a distinguerli.
A questo punto, unite l'aceto. Mescolate bene e lasciate cuocere ancora per circa un minuto. Spegnete il fuoco e lasciate riposare per circa 5 minuti, con la padella coperta, prima di consumarlo.
Questo finocchio in agrodolce è un ottimo contorno per i pesci fritti o le salsicce. Può essere consumato caldo o a temperatura ambiente, sta a voi la scelta.

domenica 19 aprile 2009

Costolette di Agnello alle Erbe

Vista l'occasione, sarebbe stato più adatto (e magari anche utile) pubblicare questa ricetta una settimana fa. Perdonatemi, ma ogni tanto devo campare anch'io e di solito capita quando gli altri sono in ferie! Ormai non sono più abituata al ritmo intenso di un lavoro serio e ci vuole un po' per riprendermi dalla fatica! :o) Dato che la scorsa Pasqua siamo andati a pranzare all'agriturismo dei cugini, non ho cucinato nulla. Nel frattempo però, mi ero già preparata con delle prove nel caso il pranzo si facesse a casa nostra. Anticipando il fatto che sarei stata ancora provata, avevo pensato di fare delle costolette di agnello che si preparano in poco tempo. L'idea era di farle alla griglia se fuori fosse stata una bella giornata, ma va benissimo anche una bistecchiera o una piastra di ghisa come, alla fine, avevo fatto io.

per 2-3 persone

Le costolette:
6-9 costolette di agnello
1 limone, grattugiate la scorza e spremete il succo
5-6 foglie di salvia
2 rametti di rosmarino
3-4 rametti di timo
mezzo spicchio d'aglio
sale e pepe nero q.b.
olio extra vergine di oliva q.b.

I contorni:
300 gr di topinambur
1/2 cucchiaio di burro
sale e pepe q.b.
150 gr insalatine da taglio

Appoggiate le costolette su un tagliere, copritele con uno strato di pellicola e appiattite le parti carnose con un batticarne. La pellicola vi permette di non rompere la carne in pezzi e di poterla battere più sottile possibile. Questa operazione rompe le fibre della carne e la rende più tenera. Riducete l'aglio e le erbe aromatiche in una pasta con un mortaio o tritateli finemente con un coltello. Spalmate le costolette con le erbe e la scorza di limone. Salate, pepate e irroratele con l'olio extra vergine di oliva. Lasciate riposare a temperatura ambiente per circa mezz'ora. Meglio ancora se le lasciate a marinare in frigo per una notte, ma toglietele dal freddo circa 15-30 minuti prima di cucinarle. Se la carne è troppo fredda quando la scottate, rischiate di avere la parte centrale ancora fredda anche se la parte esterna è già calda. In questa mezz'ora di attesa, preparate il contorno.

Lavate e asciugate le insalatine e mettetele al fresco. Sbucciate i topinambur e tagliateli a tronchetti. Fateli bollire in acqua salata per circa 15-20 minuti. Fate la prova con uno spiedino di bambù, se entra facilmente al centro di essi, sono cotti. Scolate e passate in padella con il burro sciolto, pepate e aggiustate di sale. Volendo, dopo averli passati nel burro, potete gratinarli leggermente in forno a 180°C per una decina di minuti. Tenete al caldo in attesa che le costolette siano pronte.

Scaldate la bistecchiera a fuoco medio-alto. Mi raccomando, almeno che non vogliate affumicare tutta la casa, non ungetela con l'olio. Se la piastra è calda a sufficienza, le costolette non si attaccheranno dato che le abbiamo pure irrorate con l'olio. Scottate le costolette prima da un lato poi dall'altro, girandole possibilmente solo una volta. Ci vogliono circa 2-4 minuti per ogni lato, dipende quanto cotte le volete. L'ideale sarebbe quando la parte centrale è ancora rosa (ma non al sangue), in questo modo la carne è cotta ma ancora tenera e succulenta. Servite caldo con i topinambur e le insalatine, precedentemente condite con una citronette. Mettete il succo che avete ricavato dal limone, sale, pepe e un po' di olio extra vergine di oliva in un barattolino. Chiudetelo e scuotetelo energicamente fino a ottenere un'emulsione liscia. Potete versare un po' di questa citronette anche sulle costolette.

Lamb Cutlets with Herbs
Here in Italy we have a tradition of eating lamb for Easter lunch. Hence, it would have been better to have posted this recipe a week ago, I know. But hey, sometimes I have to earn a living too, and it normally happens when other people are on holiday! Considering that I'm no longer used to the intense fatigue that a real job involves, it kind of took me a while to recover! ;o) Anyway, we went to our cousins' holiday farmhouse (agriturismo) for Easter, so I didn't have to cook anything. But a while ago, in case the lunch took place at our house, I have tried a lamb recipe. A quick and simple one, anticipating the fact that I would have still been tired. The idea was to be able char-grill them on a barbecue if it was a sunny day. As an alternative, you can just fry them in a griddle pan, like I did in the end.

Serves 2-3


Lamb cutlets:
6-9 lamb cutlets
1 lemon, zested and juiced

5
-6 sage leaves
2 sprigs of rosemary

3-4 sprigs of thyme

half a clove of garlic

salt and freshly ground black pepper

extra virgin olive oil


Side dishes:

300 g of Jerusalem artichokes

1/2 tbsp of butter

salt and pepper

150 mixed lettuce leaves


Lay the lamb cutlets on a cutting board. Cover the surface with a layer of cling film, and flatten them with a meat pounder. This will help to tenderize the meat by breaking its fibres, while the cling film will help to flatten it as thin as you want, without breaking it into pieces. Reduce the herbs and the garlic into a paste using a pestle and mortar or chop them finely with a knife. Rub the cutlets with the herb paste, the lemon zest, the salt, the pepper, and a bit of extra virgin olive oil. Let them marinate for about 30 minutes at a room temperature. It would be better to let them sit overnight in the fridge and take them out about 15-30 minutes before you're ready to proceed with cooking. If the cutlets are too cold when you griddle them, you'll risk having the outside part already hot, but the centre part is still cold. Meanwhile, you can prepare your side dishes.


Wash and drain the lettuce leaves from excess water and put aside (in the fridge, if possible). Peel and cut the Jerusalem artichokes into small cubes. Boil them in salted water for about 15-30 minutes until they are cooked. Insert a bamboo stick in the middle of the cubes; if it enters easily then they are cooked. Drain and pan- fry them with a bit of butter, salt and pepper. Afterwards, if you want, put them in the oven at 180°C for about ten minutes just to brown them a bit until you have golden crusts.

Preheat the griddle pan on a medium-high heat. Unless you want to smoke the entire house, don't put oil in the pan. If it's hot enough, the lamb won't stick since we already rubbed them with oil. Cook them about 2-4 minutes on each side, depending on how you like them, flipping them possibly just once. The ideal way to eat lamb, according to me, is when it's already golden outside but the inside part is still pink, but not rare (reddish). This way the meat is cooked, tender, and succulent. Serve them immediately with the Jerusalem artichokes and the lettuce leaves, previously dressed with a citonette. This is how you make it: pour the lemon juice into a small jar along with a bit of extra virgin olive oil, a pinch of salt and pepper. Close the jar and shake it energetically until you have a smooth and unified liquid. You can also pour a bit of this citronette over the lamb cutlets.