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giovedì 12 settembre 2013

Crema di Patate al Timo con Canestrelli e San Daniele


Il mio primo pasto in Italia, 12 anni fa, fu il prosciutto di San Daniele, accompagnato da melone, pane e grissini. Fu una sera a fine marzo e la temperatura segnalò circa 15°C. Ecco quanto ci teneva la mia suocera a farmi conoscere questo ben di Dio, l’orgoglio di tutti i Sandanielesi e sospetto anche di tutti i friulani. Il Comune, giustamente, lo celebra con un evento annuale; Aria di Festa.
Ho vissuto per 4 anni nella graziosa cittadina e tuttora, per ragioni famigliari, continuo a frequentarla. Ci tengo così tanto a non sbagliare e non dire cavolate che ho le mani congelate mentre sto scrivendo questo post! :D Ci vorrebbero dei giorni per raccontare la storia di questo pregiato prosciutto, e non sono certo né la persona adatta né la più esperta per farla. Posso presentarvi mia suocera e mio cognato se volete! Sono loro che hanno lavorato per anni in un prosciuttificio! :p

Il microclima sembra sia spesso la ragione del perché un prodotto specifico venga meglio in una determinata zona. Questo è anche il caso del prosciutto di San Daniele, DOP, mi raccomando. La sua posizione geografica, a metà tra le Alpi e il mare Adriatico, e in prossimità del fiume Tagliamento, ha come risultato una ventilazione permanente della zona che assicura un ambiente né troppo umido né eccessivamente secco, ideali per la stagionatura dei prosciutti. Certo, non basta avere una posizione geografica avvantaggiata per avere dei buoni prodotti, ci vorrebbero vigore e rigore per mantenere la qualità degna della sua fama internazionale. Qui entra in gioco il Consorzio.
Il Consorzio fu costituito nel 1961 con lo scopo di tutelare il nome Prosciutto di San Daniele e di stabilire delle regole e delle norme che fossero obbligatorie e uguali per tutti i produttori. Per sapere di più su chi sono i suoi membri e sui suoi impegni da oltre 50 anni, vi rimando al sito, tra l'altro molto completo e ben fatto. Troverete tutto quello che volete sapere sul San Daniele DOP, dal momento dell'allevamento fino a quando arriva finalmente sulla vostra tavola. Per i non amanti della lettura, c'è anche un video.

Prima di arrivare alla ricetta vi do soltanto alcune curiosità sul prosciutto di San Daniele. Innanzitutto, egoisticamente parlando, mi sento un po' meno in colpa quando lo consumo, perché il Consorzio garantisce che i maiali da dove derivano i prosciutti hanno avuto una vita felice. Devono, poi, essere stati allevati in dieci regioni del centro-nord Italia (FVG, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria). In più, sono stati lavorati nel rispetto di un'antica tradizione; ricreando il ritmo naturale delle stagioni, con l'utilizzo del sale marino, senza additivi chimici o conservanti.
Come riconoscerli? Brevissimamente, quando i prosciutti sono interi, devono avere l'inconfondibile forma di chitarra con la zampa attaccata e il marchio del Consorzio "tatuato" sulla pelle. Quando li trovate già preaffettati, devono riportare il marchio sul lato sinistro superiore della confezione. Ci sono anche altri modi più dettagliati, che potete scoprire cliccando qui. Mentre qui, potete scaricare delle nobili interpretazioni dei grandi chef stellati, pensate per il nobile prosciutto.  

Ora, la mia umile ricetta! Anche se, io preferisco consumarlo avvolto su un grissino, magari quello del panificio Orlandi ad Adegliacco o quello di Resiutta! :) 

per 2 porzioni

10 canestrelli o 6 capesante
600 gr di patate di Godia / kennebec
1 scalogno, tritato
circa 6-700 ml brodo vegetale/ acqua
50 gr fettine di prosciutto di San Daniele DOP
2 rametti di timo
sale, q.b.
pepe di Giava/ pepe bianco, q.b.
olio extra vergine di oliva

Preparate 700 ml di brodo vegetale con la stessa procedura che ho scritto nel post precedente. Visto che ne occorre di più, raddoppiate la quantità delle verdure.  
Preriscaldate il forno ventilato a 125°C. Lasciate una fetta di prosciutto a parte e adagiate il resto su una placca da forno, sistemando le fette tra due fogli di carta da forno. Infornate per 20 minuti circa fino a quando il prosciutto risulta croccante.
Potete anche cuocerlo in padella con un goccio di olio, risparmierete tempo ma sarà meno croccante e non avrete delle belle fettine lisce.Nel frattempo, sbucciate le patate e tagliate a tocchetti piccoli, in modo che si cuocia in 15 minuti circa.
Stufate (non soffriggete!) lo scalogno con un filo di olio, aggiungete magari due cucchiai di brodo per evitare che si bruci e si frigga. Altrimenti lascierà un sapore sgradevole di cipolla bruciata alla vostra crema.
Quando lo scalogno sarà trasparente e il profumo sarà dolce e non più pungente, unite le patate. Rosolate per un paio di minuti con un pizzico di sale, quindi, aggiungete il brodo. Coprite e lasciate che la zuppa prenda il bollore prima di inserire il timo. 
Lasciate il timo in infusione per circa 5 minuti e toglietelo. Serve solo a dare un po' di profumo alla zuppa. Se lo lasciate di più inizierà a disperdere le foglie e lascerà un retrogusto amarognolo.
Appena riuscite a sfaldare i tocchetti di patate facilmente con una forchetta, pepate e frullate la vostra zuppa per ottenere una crema liscia. Uso di solito quello a immersione. Aggiustate di sale se occorre e aggiungete un po' di brodo se la crema vi risulta troppo densa.
A questo punto il vostro prosciutto croccante sarà ormai pronto. Lasciate 2 fettine intere per decorazione e triturate il resto con il mini robot o una macina spezie. 

Dando per scontato che abbiate chiesto al vostro pescivendolo di pulire i canestrelli o le capesante, conditeli con il sale, il pepe di Giava e un filo di olio. 
Scaldate una padella (di ghisa o antiaderente) a fiamma media-alta. Rosolate la fetta di prosciutto che avete messo a parte con un filo di olio e un rametto di timo.
Scottate i vostri canestrelli brevemente in questo olio profumato, basterà un minuto per lato, altrimenti perderanno la loro morbidezza. Se usate le capesante, scottatele per 2-3 minuti su ogni lato. Con quello che costano, sarebbe davvero un peccato stracuocerle! ;)
Dividete la crema in due piatti fondi. Impanate i canestrelli con il prosciutto triturato e adagiateli delicatamente sopra la crema. Guarnite con qualche foglia di timo, un giro di pepe, un filo di olio e, infine, la "vela" di prosciutto.
Visto che non dovete fare la foto alla crema, consumatela calda! :)


Stavolta Giulia ci consiglia un Pinot Bianco. Questo vino presenta un color giallo paglierino con riflessi verdognoli e un profumo delicato, con sentori che richiamano frutti del sottobosco e tenui note di rosa canina, a volte mela renetta, a volte frutta esotica che con l'invecchiamento si trasformano in erbe aromatiche, note affumicate e di mandorla amara Il gusto armonico e molto caratteristico, dal sapore morbido e delicato, con ottima freschezza e finale vivace agrumato, perfetto per questo piatto.


lunedì 7 maggio 2012

Lusun Xierou Tang, ovvero, Zuppa di Asparagi e Granchio



Anche se il mio nonno materno passava le sue giornate leggendo giornali, guardando film e ascoltando canzoni in cinese, ahimè, io non lo parlo. Neanche la mamma. Quindi, spero di aver scritto bene il nome. Ho provato a controllare su google, eh! ;p 

Visto la stagione, ho voluto contribuire al mucchio di ricette che sposa gli asparagi con le uova. Non si può negare, stanno bene assieme. Nei ristoranti cinesi di qualità, questa zuppa si serve di solito come antipasto, anzi, più come un amuse-buche prima della cena vera e propria, giusto per stuzzicare l’appetito e per ingannare l'attesa. Nelle occasioni speciali, come le nozze, questa zuppa viene resa più preziosa usando le pinne essiccate degli squali o i nidi di rondine, formati dalla loro saliva (!), al posto della polpa di granchio. Non mangio nessuna di queste due opzioni di lusso, perché vorrei che gli squali venissero lasciati in pace e perchè l'altra alternativa, sinceramente, mi fa senso! ;p 
Credetemi, è veramente facile e veloce da preparare, soprattutto se usate il granchio confezionato nella latta come faccio io! :D Ovviamente, se riuscite a trovare un granchio intero e avete la pazienza di ricavarne la polpa da soli, la vostra zuppa sarà molto più buona. Ah, mi raccomando, non usate il surimi, per favore!  

per 6 porzioni antipasti o 3 primi

1 l di acqua
1 cucchiaino di olio di sesamo
1 latta (120 gr) di polpa di granchio
1 latta (150 gr) di mais cotti 
300 gr di asparagine verdi
3 cucchiai di maizena
2 uova, sbattute
sale
pepe bianco

Tagliate i gambi degli asparagi a rondelle di 0,5 cm circa, lasciando le punte intere. Nel frattempo, mettete in ebollizione l'acqua.
Appena l'acqua raggiunge il bollore, unite il sale e l'olio di sesamo. Quindi, inserite la polpa di granchio, i mais sgocciolati e i gambi di asparagi. 
Lasciate a cuocere fino a quando l'acqua riprende il bollore. A questo punto aggiungete anche le punte.
Abbassate la fiamma al minimo e amalgamate la maizena sciolta in poca acqua. 
Sbattete bene le uova in una ciotola con un pizzico di sale. Quando la zuppa si sarà addensata, fatele cadere dall'alto a filo. 
Durante questo passaggio, dovete girare la zuppa di continuo con il mestolo facendo una vortice. Ricordate anche di tenere la fiamma sempre bassa. Altrimenti avrete una zuppa di granchio con dei grumi di uova strapazzate.
Infine, aggiustate di sale e aggiungete un abbondante pepe bianco macinato sul momento.
Servite, ovviamente, calda.

mercoledì 18 aprile 2012

Vellutata di Carote allo Zenzero con Quenelle di Tofu


Aaahhh, guarda chi è tornata dopo tre mesi di assenza! :D Scusate, ma il tempo mi è volato via! Gennaio e Marzo sono stati strapieni di impegni, mentre a Febbraio ero tornata a casa! :D Ovviamente, ho passato il mese a mangiare e a chiacchierare più che a cucinare e scrivere! ;p
Avrei tante cose da raccontarvi, una alla volta, con calma :p, le scriverò. Una di queste era l'onore di far parte della rassegna Calendidonna 2012. Il tema di quest'anno era "Cittadine Altrove" e mi è stato chiesto di tenere un laboratorio di cucina che s'intitolava "Integrazione in Cucina". Ormai penso sappiate che questo è un tema che mi sta a cuore. Sono stata strafelice di poterlo trattare. Volevo annunciarlo qui sul blog, ma i posti sono andati subito esauriti con una lunga lista d'attesa! :O Grazie all'associazione Vicino/Lontano della possibilità e a tutti voi che siete venuti ad ascoltarmi alle 10 di una domenica mattina! :)


Per chi non era presente, cliccate qui se volete vedere più foto della giornata e qui sotto troverete una delle ricette che ho fatto, dove ho fatto assaggiare il tofu al pubblico friulano. :D Ah, c'era, però, anche un ragazzo orientale! Questo mi ha fatto piacere. Sono curiosa di sapere chi fosse....
Trovate la stessa ricetta in versione inglese pubblicata su The Jakarta Post, che mi aveva chiesto di scrivere una ricetta fusion. Ho approfittato e ho preso due piccioni con una fava. ;p Si dice così, vero?


Vellutata (per 2-3 persone)
1 scalogno, tagliato finemente o tritato
10 gr di zenzero fresco, pelato e grattugiato
500 gr di carote, pelate e tagliate a rondelle
1 l di acqua o brodo vegetale
3-4 cucchiai di olio extra vergine di oliva
pepe bianco
sale

Scaldate l'olio a fuoco basso e fate stufare lo scalogno e lo zenzero per circa 2 minuti.
Unite le carote e cuocete per altri 2 minuti prima di aggiungere l'acqua o il brodo.
Coprite la pentola, aumentate la fiamma e lasciate a sobbollire per circa 20-30 minuti, in base alla grandezza delle vostre rondelle di carote.
Trascorso questo tempo, le carote dovrebbero essere tenere e facilmente frantumabili con il mestolo.
Frullate con un frullatore a immersione fino ad ottenere una crema.
Passate al setaccio a maglia fine per rendere la zuppa ancora più vellutata e per togliere le eventuali fibre di zenzero.
Servite caldo con le quenelle di tofu, i dadini di carote, qualche foglia di prezzemolo riccio e l'olio extra vergine di oliva.

Quenelle di tofu
180 gr di tofu al naturale
1 uovo
prezzemolo tritato
pepe bianco
sale
olio di arachidi per friggere

Sbriciolate il tofu con le mani o una forchetta. Unite l'uovo e il prezzemolo, quindi condite con il sale e il pepe a piacere.
Prendete due cucchiai e inumiditeli con dell'acqua. Formate delle quenelle e friggetele in un abbondante olio caldo fino alla doratura. Scolate e ponetele sulla carta da cucina per assorbire l'olio in eccesso.

Guarnizioni
1 carota, tagliata a cubetti di 3 mm
prezzemolo riccio
olio extra vergine di oliva

Versate circa 2 mestoli di zuppa per ogni piatto fondo e adagiate delicatamente le quenelle di tofu al centro.
Distribuite le carote crude e le foglie di prezzemolo riccio attorno. Finite con delle gocce di olio.

martedì 6 dicembre 2011

Una Vellutata di Sedano Rapa e Patate Bianche per Uno Sportivo


Evvabé, prima o poi dovevo dirvelo. Probabilmente è giunto il momento di farvelo sapere, perché sarà dura tenere sempre tutto nascosto! ;) Allora, da circa due settimane sta andando in onda un programma di cucina in una piccola TV del Friuli Venezia Giulia, che non ha niente a che fare con il mondo enogastronomico, tranne per il fatto che il direttore è una buona forchetta e che ai registi piace cucinare. Infatti, la TV si chiama FVGSport Channel! Non serve spiegare di che cosa si occupa solitamente! :) Al direttore è venuta l'idea di mettere assieme questi due mondi che ama, e è così è nata l'idea di fare Sports Kitchen.
Cosa centro io? Allora, io sarei l'assistente della produzione/ l'autrice/ la cuoca/ e la conduttrice del programma! ;p Almeno, ci sto provando. Stiamo provando assieme a fare un programma che nessuno di noi aveva mai fatto prima. Li sto facendo impazzire con le mie pignolerie, quindi, abbiate pazienza se la qualità non è ancora all'altezza dei canali specializzati in cucina. Non siate troppo severi con noi! ;p

Il nome del programma lo devo a un mio caro amico, Alberto (in arte, Klaaro :)), nonché il grafico e il web designer per questo blog, che sta pure preparando la sigla per il programma. Sì, in effetti, lo sto sfruttando un pò troppo! ;p Mentre il programma non avrebbe potuto nemmeno esistere senza il sostegno di Risto'Tec che ha costruito una cucina tutta per me nello showroom a Pradamano (UD) e che mi dato la libertà di scegliere e usare gli attrezzi e i gadget di cucina disponibili in negozio! :D
In ogni puntata di Sports Kitchen, cucino e chiacchiero con un personaggio del mondo sportivo locale in modo easy. ;) Non parliamo troppo della loro carriera sportiva, lascio quella parte ai miei colleghi, anche perché, ammetto, di sport ne capisco poco e ne conosco di meno! :D Questa La prossima settimana l'ospite sarà Paolo Vidoz, il campione di pugilato Goriziano, che di recente ha partecipato a MasterChef. Noi ci siamo divertiti a fare questa puntata, spero vi divertiate anche voi a guardarla. Quindi, mi raccomando, alle 20.30 di domani mercoledì sera, premete il canale (Ddt) 113 se siete in Friuli e 189 se abitate in Veneto. Altrimenti le repliche sono di venerdì e domenica alle 13. 
Ah, se vi piacciono poi i miei grembiuli, sono stati fatti da una mia amica, Sara Bertolini per L'Orto sul Tasto, un'azienda di un'altra mia amica, Elisabetta Dainese, di cui vi ho parlato tempo fa, che ci ha gentilmente procurato le verdure e altri prodotti golosi friulani. Eh, Udine è piccola e siamo tutti amici! ;))

Ok, ora basta, ho parlato troppo! :)) Eccovi la ricetta del piatto che farò assieme a “Paolone” Vidoz.

per 2 persone

La crema:
250 gr di sedano rapa
250 gr di patate bianche
1 scalogno, tritato
olio extra vergine di oliva
1,2 l di acqua circa
sale
pepe


Sbucciate e tagliate a piccoli dadi il sedano rapa e le patate.
Scaldate un filo di olio a fiamma bassa in una casseruola e fateci stufare lo scalogno.
Non appena diventa trasparente, unite il sedano rapa e lasciate che si rosoli per 2-3 minuti, poi aggiungete le patate.
Salate, pepate e lasciate a cuocere per un paio di minuti prima di versare l'acqua, quanto basta per coprire i tuberi fino a 3 cm di altezza. Coprite la casseruola e aumentate il fuoco a fiamma media.
Quando prende il bollore potete lasciare il coperchio leggermente socchiuso. Questo non è necessario se avete il coperchio con un piccolo buco per far fuoriuscire il vapore.
Lasciate a cuocere la vostra zuppa per circa 15-20 minuti, fino a quando il sedano rapa e le patate sono teneri e si sfaldano facilmente se li schiacciate con il mestolo.
A questo punto l'acqua dovrebbe essersi ridotta fino a coprire a malapena le verdure.
Frullate con il minipimer fino ad avere una crema. Aggiustate di sale e pepe se occorre e, volendo, potete passarla al setaccio per avere una consistenza ancora più vellutata.
Servite calda completata dall'olio al sedano e accompagnata dai crostini.

Olio al sedano:
una manciata di foglie di sedano
olio extra vergine di oliva
acqua + ghiaccio
(acqua ghiacciata)

Portate a ebollizione un pentolino di acqua. Sbollentate le foglie di sedano per meno di un minuto, giusto fino a quando il colore cambia in un verde più brillante.
Raccoglietele con una schiumarola e immergetele subito in una ciotola colma di acqua ghiacciata. Questo serve per fermare immediatamente la cottura e bloccare la clorofilla.
Strizzate e asciugate bene le foglie premendole tra qualche foglie di carta da cucina o in uno strofinaccio.
Tagliatele finemente e frullate con un minipimer assieme a un po’ di olio extra vergine di oliva, quanto basta per far girare il frullatore, fino a quando le foglie si sono ridotte a piccoli puntini verdi.
Se lo conservate bene in frigo in una bottiglia ben chiusa, questo olio potrebbe durare anche per 2 settimane senza perdere il suo colore verde brillante.
Potete usare lo stesso procedimento per il prezzemolo, il basilico e la menta, ma, mi raccomando, le ultime due erbe aromatiche non starebbero bene in questa ricetta!

Crostini:
pane rustico raffermo
olio extra vergine di oliva
sale
pepe


Tagliate il pane raffermo a dadini di 1x1 cm circa e adagiateli in una placca da forno.
Condite con l'olio extra vergine di oliva, sale e pepe.
Infornate a 160°C (ventilato) per circa 10-15 minuti fino alla doratura.

P.S.: oggi la foto va così! L'ho fatta col cellulare, la mia macchina fotografica è in centro di assistenza! :(( 

giovedì 24 marzo 2011

East Meets East: Soto Indonesiano Incontra Pho Bo


Questa è la ricetta della zuppa che ho fatto nel settimo episodio della Scuola. Per chi non lo sapesse ancora, magari i nuovi lettori di questo blog, La Scuola è un talent show gastronomico nel quale è coinvolta la sottoscritta. Lo potete vedere ogni giovedì sera sul Gambero Rosso Channel, quindi stasera, se vi va, potete sintonizzarvi sul canale. ;o)) Ok, basta pubblicità, ora torno alla ricetta! ;D


Il tema della puntata era la zuppa e lo chef era Anthony Genovese del ristorante Pagliaccio, a Roma. E' uno chef che ha girato il mondo e ha vissuto per diversi anni in Asia: Giappone, Tailandia e Malesia. La sua cucina è una fusione, a mio parere, perfetta, dei due mondi, l'Occidente e l'Oriente. Conoscendomi, avete forse dedotto da soli che lui è un mio eroe culinario! ;D Avessi solo una briciola della sua bravura! Se volete sapere di più sullo chef, cliccate qui, qui e qui.


Dunque (ora torno per davvero alla ricetta ;o)), quando ho visto le radici ed erbe aromatiche del Sud-est asiatico dello chef, ho pensato subito di fare un piatto ispirato alle zuppe del mio Paese. Non ho seguito la ricetta autentica, ho cercato di fare una versione più moderna e leggera. Ho preso degli spunti anche da una zuppa vietnamita "pho bo", dove le fette di carne (di manzo) vengono lasciate crude sulla zuppa bollente, guarnita con delle foglie di menta. Se avete visto la puntata, avevo un filetto di lepre a disposizione, ma per la zuppa della foto, rifatta a casa, ho usato la carne bovina.

In Indonesia ci sono, grosso modo, due classificazioni di zuppe: "sop" è la zuppa con un brodo chiaro, mentre "soto" si usa per definire quella con il brodo opaco, spesso dato dall'aggiunta di latte di cocco, e/o dalle noci di candela nella pasta "bumbu", che usiamo per insaporire le zuppe. "Bumbu" vuol dire condimento; portata alla cucina italiana, possiamo paragonarla vagamente al soffritto.

per 2-3 persone

2 topinambur o 1/2 sedano rapa
2 carote
2 patate medie
75 gr di fettine di manzo per carpaccio, tagliate a strisce
il succo di 1 lime
sale
pepe
olio di arachidi

Brodo profumato:
1l di acqua
1 stecco di lemongrass
scorza di 1/2 lime
1 cm di zenzero
1 cm di galangal

Pasta bumbu base:
1 cucchiaino di semi di coriandolo
1 scalogno
1/2 spicchio d'aglio
1 punta di peperoncino tailandese / calabrese
5 noci di candela o 10 mandorle pelate
1 cm di zenzero,
1 cm di galangal
1 stecco di lemongrass, leggermente frantumato
scorza di 1/2 lime

Guarnizione:
1 scalogno, tagliato a rondelle sottili
qualche foglia di menta / mentuccia romana
sale integrale (o sale grosso)

Per prima cosa, preparate il brodo. Frantumate leggermente la parte finale del lemongrass con un batticarne e mettete assieme al resto degli ingredienti in una pentola coperta. Lasciate sobbollire.
Ora preparate il bumbu (condimento) base. Tostate i semi di coriandolo finché saranno dorati e rilasceranno il profumo. Poneteli in un mortaio (o uno sminuzzatore) assieme allo scalogno, l'aglio, il peperoncino e le mandorle. Riducete il tutto in una pasta.

Mondate le verdure e tagliate a dadini della stessa misura. Mettete i topinambur nell'acqua acidulata con il succo di lime e le patate nell'acqua fredda per prevenire l'ossidazione.
Scaldate un filo di olio in una casseruola e fate soffriggere la pasta bumbu. Appena il colore diventa più lucido, aggiungete lo zenzero e il galangal, precedentemente sbucciati e leggermente battuti. Unite anche la scorza di lime e il lemongrass.
Aggiungete le patate e mescolate in modo che siano velate dal condimento. Dopo un paio di minuti, aggiungete il topinambur e le carote e mescolate ancora. Salate e pepate leggermente.
Coprite di brodo profumato e fate cuocere la zuppa finché le verdure saranno tenere ma ancora croccanti. Infine, aggiungete un po' di brodo e aggiustate di sale e pepe se serve.

Nel frattempo, scaldate un po' di olio e friggete gli anelli di scalogno. Ci vogliono pochi secondi, giusto per farli dorare. Togliete e scolate subito su una carta assorbente e mettete a parte.
Versate la zuppa in un piatto fondo e adagiate delle fettine di manzo al centro del piatto. Completate con qualche chicco di sale integrale e gli anelli di scalogno fritto sulla carne, e delle foglie di menta attorno.

mercoledì 16 marzo 2011

Sop Buntut: Zuppa di Coda di Bue


A forza di fare la pendolare tra Udine-Roma, ho assaggiato un po' di coda alla Vaccinara, e questa mi ha fatto venire voglia di questa zuppa Indonesiana che si chiama Sop Buntut, ovvero, la zuppa di coda. Lo stile e la semplicità mi fa pensare all'influenze olandese. Altrimenti noi, Indonesiani veri, avremmo messo almeno altri 3-4 tipi di spezie ed erbe aromatiche! ;o) Comunque sia, è una zuppa molto consolidata nella tradizione Indonesiana ed è molto amata. Noi la mangiamo con il riso, voi siete perdonati se la accompagnate con il pane. ;o)


Ah, a proposito della coda alla Vaccinara, quella più buona, almeno sono riuscita a masticarla, è di Flavio al Velavevodetto. Però sono stata delusa dal loro Cacio e Pepe, i tonnarelli erano scotti e questo, a Roma, è un peccato quasi imperdonabile! ;o)



per 2-3 persone



500 gr di coda di bue


4-5 carote, tagliate a rondelle


3 scalogni, tagliati 2 a dadini e 1 a rondelle fine


1/2 spicchio di aglio, tritato


una manciata di prezzemolo, separate le foglie dai gambi


noce moscata

 pepe

 olio di semi (possibilmente di arachidi) 



Fate bollire la coda, già tagliata a pezzi, partendo dall'acqua fredda. Quando la coda sarà cotta, non importa se sarà ancora dura, filtrate l'acqua e buttatela via. In questo modo so che buttate via il nutrimento della carne, ma butterete via anche l'odore di bestiame che la coda di bue potrebbe avere. Mettete i pezzi di coda a parte.


Per non sporcare troppo, versate un giro di olio nella stessa pentola dove avete bollito la coda, e fate stufare l'aglio e lo scalogno a dadini. Quando rilasciano il loro profumo, unite i gambi di prezzemolo e le code. Salate moderatamente, pepate e grattugiate abbondante noce moscata. 

Coprite di circa 3 litri di acqua, o una quantità sufficiente per coprire le code e bollite socchiuso con uno coperchio. Se avete il coperchio con il buco, allora basta chiuderlo normalmente. L'idea è di far uscire un po' di vapore durante la cottura.


Lasciate cuocere il tutto a fuoco lento finché la coda sarà tenera. Ci vogliono circa 3 ore, dipende dal taglio della coda, finché sarà tenerissima e la carne si stacca facilmente dalle ossa. 


A circa mezz'ora dalla fine di cottura, unite le carote. Infine, 5 minuti prima che siate pronti per servire, aggiungete le foglie di prezzemolo nella zuppa caldissima. 


Nel frattempo, scaldate abbondate olio e friggete lo scalogno rimasto, quello tagliato a rondelle. Ci vogliono pochi secondi. Toglietelo subito con una schiumarola appena si dora e appoggiate sulla carta assorbente.

Servite la zuppa calda con gli anelli di scalogno fritto.

sabato 12 febbraio 2011

Crema Speziata di Lenticchie Rosse


Dopo una settimana di sole qui, in Friuli, sta venendo brutto di nuovo e io sono anche un po' raffreddata. :o( Ci voleva qualcosa di caldo e speziato per scaldarmi la pancia. Sfogliando tra i vari libri di cucina mi è venuta l'idea di fare questo piatto. Di base è un dahl indiano: una zuppa speziata di lenticchie, che può essere più o meno densa. La versione originale usa diversi tipi di spezie che, per rendermi la vita meno complicata, ho sostituito con il garam masala, è una miscela che contiene all'incirca tutte le spezie della ricetta che ho letto! Sono stata furba, eh? ;o)) Alla fine, per rispetto verso gli indiani, sarebbe meglio dare un altro nome a questa crema! :o))

per 2 persone:

2 tazze di caffè di lenticchie rosse
1,2 l di acqua
1 scalogno, tagliato a dadini
1 carota piccola, tagliata a dadini (facoltativa, solo perché giaceva nel frigo!)
1 punta d'aglio, tritata
1 cm di zenzero, sbucciato e tagliato a fette
1 cucchiaino di garam masala
1 cucchiaino di curcuma in polvere
2 cucchiai di yogurt al naturale
qualche filo di erba cipollina
olio di senape (o di arachidi)
sale pepe

A fuoco basso, scaldate un po' di olio in una casseruola a fondo spesso e rosolate l'aglio, la cipolla e lo zenzero.
Quando saranno lucidi e profumati, aggiungete il garam masala e, successivamente, le lenticchie. Fatele tostare leggermente.
Versate l'acqua e alzate la fiamma. Lasciate cuocere per circa 25-30 minuti, fino a quando le lenticchie sono disfate e la zuppa ha una consistenza cremosa.
Togliete i pezzi di zenzero e aggiungete il sale, il pepe e la curcuma, quindi, mescolate. Mi raccomando, quando cucinate i legumi, salate solo alla fine!
A questo punto, volendo, potete anche frullare la crema con un minipimer per una consistenza più vellutata.
Servite caldo con un cucchiaio di yogurt e dell'erba cipollina. Meglio ancora se avete del pane indiano (il naan) per fare "scarpetta"!

martedì 3 novembre 2009

Vellutata di Zucca Arrostita con Paprica Affumicata

Volete che non faccia una ricetta con la zucca? Mi sa che per un periodo ne sarete bombardati! ;o) Abbiate pazienza, ho preso circa 2 kg di zucca e devo cercare di consumarla in vari modi per non annoiarmi. Insomma, non posso mangiarla solo nella forma di vellutata ogni sera, no?
Per ridurre l'ingombro di una zucca intera, la prima cosa che faccio è tagliarla a spicchi (o cubi) grossi. Poi, la arrostisco in forno a 180°C per circa 20-30 minuti, finché è cotta e morbida. Non serve sbucciare prima, la pelle si ammorbidirà e si rimuoverà facilmente quando la zucca sarà cotta. In questo modo, risparmiate il tempo e non rischiate nemmeno di tagliarvi un dito. In seguito, divido questa zucca arrostita in porzioni e la conservo in frigo, in attesa della prossima trasformazione. Ed ecco la prima:

per 2 persone:

350 gr di zucca butternut, già arrostita e sbucciata
1/4 di cipolla, tritata
600 ml acqua (o brodo vegetale)
noce moscata, q.b.
paprica affumicata, q.b.*
sale e pepe, q.b.

Accendete il fornello a fuoco dolce. Fate stufare la cipolla tritata in una casseruola con un po' di olio evo e una noce di burro. Quel poco di burro serve per non "bruciare" l'olio facilmente.
Unitevi la zucca, salate, pepate e lasciate soffriggere per un paio di minuti, giusto il tempo di riscaldarla.
Versate l'acqua, aumentate il calore e lasciate sobbollire la zuppa fino a quando il liquido si è ristretto di circa un terzo. Per ridurre il tempo di cottura, potete versare l'acqua già calda.
Infine, aggiungete una grattugiata di noce moscata e una spolverata di paprica affumicata. Lasciate cuocere ancora per un minuto e frullare il tutto con un minipimer.
Servite caldo con un giro di olio extra vergine di oliva, dei crostini e ancora una spolverata di paprica.

*Se non avete la paprica affumicata, potete fare questa vellutata anche senza, sarà comunque buona. L'ho aggiunta perché mi piace sentire quel pizzico di piccante e il retrogusto affumicato. Dato che ora ne ho 3 barattoli, sono in una fase in cui la metto ovunque! ;o)

mercoledì 19 agosto 2009

Zuppa Fredda di Pomodori

Questa ricetta ricorda un gazpacho, ma è la zuppa fredda di pomodori dello chef Locatelli, presa dal suo libro "Made in Italy". Il gusto è molto delicato, dato che non si usano né cipolla né aglio, come invece, succede nel gazpacho. Poi, ho aggiunto io le verdure a dadini, che la ricetta originale non prevede.
Ho fatto questa zuppa per una cena con amici, e l'ho servita nelle tazzine del caffè. In mini porzioni, potete servirla come amuse-bouche, per stuzzicare l'appetito. Anche se, questa volta, mi serviva più che altro per pulire il palato, tra l’aperitivo e l’antipasto. Altrimenti, servita nelle ciotole più grandi, questa zuppa potrebbe essere un primo molto leggero e rinfrescante. Perfetta per le giornate più calde dell'anno! Ah, dimenticavo, si prepara velocemente e senza accendere i fornelli!!!

Si fa tutto a occhio, l'importante avere 2-3 tipi di pomodori di buona qualità, meglio se, tra questi, ci sono i cuori di bue. Così suggeriva lo chef e io l’ho seguito! Ho usato alla fine tre tipi: cuori di bue, pomodorini e ramati. Grazie ad alcuni amici dei miei suoceri, dotati di immensi orti, questi giorni sono molto fornita di vari tipi di pomodori! ;o)

Tagliate i pomodori in spicchi e togliete i semi, raccogliendoli in una ciotola. A dire la verità lo chef Locatelli li sbuccia pure, ma io non ho la sua pazienza, o meglio, i suoi aiuto-cuochi. ;o) Quindi, frullate la polpa con un robot, aggiungendo una presa di sale, un goccio di olio extra vergine di oliva e un goccio di aceto. Io ho usato questo aceto di Peck che trovo sia leggermente dolciastro, ma va bene anche quello di vino bianco, di mele o, a mio avviso, anche il mirin. Se siete diligenti, usate un passaverdura al posto del robot e sarete premiati con un colore più brillante. Secondo lo chef, le lame del robot tendono a scaldarsi, quindi scaldano anche i pomodori e ne cambia il colore. Se volete un rosso intenso potete aggiungere un po’ di pasta di pomodoro, io non l'ho usata. La mia zuppa sembrava troppo liquida, quindi ho aggiunto anche poca mollica di pane. Passatela al setaccio per aiutarvi a scartare la buccia ed eventuali semi rimasti. Se vi sembra che sia troppo densa, aggiungete un goccio d’acqua. Refrigerate fino al momento di servire.

Ora, passate al setaccio anche i semi di pomodori raccolti nella ciotola e conservatene l'acqua. Salate e versate nello stampo per i ghiaccioli e congelate. A parte, togliete i semi e tagliate i pomodori verdi, pomodori rossi e i cetrioli a dadini piccoli. Condite col sale e l'olio extra vergine di oliva. Nel mio caso, ho usato l'olio al basilico.
Servite la zuppa fredda con dei ghiaccioli all'acqua di pomodoro (che aiutano a mantenerla fresca) e le verdure a dadini in superficie. Avrete ottenuto la giusta consistenza se non affondano facilmente. Altrimenti, appoggiate le verdure sopra i ghiaccioli, così almeno rimangono a gala per qualche istante, fino a quando non si sciolgono.

Per altre idee interessanti sul gazpacho, guardate questi altri siti.

mercoledì 11 marzo 2009

Creamy Pea Soup

Una ricettina veloce veloce per una cena scansafatiche, pronta in meno di 20 minuti! Ho visto fare questa crema una volta da Nigella Lawson in uno dei suoi programmi. Non mi ricordo tutti i procedimenti ma ero troppo pigra per fare una ricerca. Quindi, questa è la mia versione.

Per 2 persone

Ho soffritto 1/4 di cipolla tagliata a dadini in poco olio extra vergine di oliva e una noce di burro. Ho aggiunto circa 300 gr di piselli surgelati, il sale e il pepe e ho dato qualche mescolata. Quando i piselli non sono più congelati, ho versato circa 500 ml di brodo vegetale (va bene anche l'acqua se non ne avete). Ho lasciato sobbollire il tutto a fuoco medio e ho aspettato che l'acqua si restringa di circa la metà. Ho spento il fuoco e ho frullato il tutto con un minipimer fino ad avere una consistenza vellutata. Ho versato la crema nelle ciotoline, ho aggiunto un goccio di panna per decorazione (è solo un mio vizio) e la cena è servita!


A really simple and quick recipe. An effortless dinner, ready in less than 20 minutes for those days when you don't feel like cooking. I saw Nigella Lawson did this creamy soup once in of her programme. I don't remember much of the cooking procedures and was to lazy to do some research. So this is how I did mine.

Serves 2:


I put a saucepan on a medium heat with a drizzle of extra virgin olive oil and a small knob of butter to fry 1/4 of onion, finely diced. Once it's softened, I added about 300 g of frozen peas, salt, pepper and mixed them well. Once the peas are no longer frozen I poured about 500 ml of vegetable stock (it's ok to put water if you don't have it) and continued to let it simmer until the liquid is reduced to half. I then removed the pan from the heat and puréed the soup with a hand-held blender until it's velvety. I served it in small bowls and decorated them with a touch of cream (optional, it's just my self-indulgence) and dinner is ready!