L'illuminazione per questa ricetta mi era venuta a forza di pulire e aprire le sardine a modo di farfalla e di tagliare a julienne chili di cipolle, ogni santo giorno (o quasi), per fare le sarde in saor. Erano i tempi dell'apprendistato e, per sfortuna nostra (stagisti), i clienti del ristorante sembrava gradire molto questa pietanza, originaria del Veneto ma si mangia tanto anche qui in Friuli, magari con della polenta bianca.
Le sarde in saòr sono praticamente delle sardine fritte, conservate assieme alle cipolle stufate in agrodolce con abbondante pepe nero in grani. La versione originale comprende anche l'uso di pinoli e uvetta. Per la ricetta delle sarde in saòr, andate pure qui, sul blog "La Cucina di Calycanthus".
Questa ricetta di finocchio in saòr partecipa al concorso "Tapas per l'Estate", promosso da Erborina. Anche se, a dire il vero, i finocchi sono reperibili verso fine estate. Spero vada bene lo stesso. ;o) Visto il tema, ho pensato di servirli su rondelle di polenta bianca (tostate) con delle sardine, rigorosamente tirate fuori da una scatola di latta! xo) Ero un po' pigra! In un mondo perfetto, dovrebbero essere le alici o le sardine marinate (con sale, pepe, limone e olio evo) o, perché no, i pesciolini fritti. Se siete più pigri di me e non avete voglia neanche di fare la polenta, sono buoni pure con questi cracker che creano dipendenza. ;o)
1 cipolla bianca o dorata
1 finocchio grosso
1 cucchiaino di pepe nero in grani + altro macinato fresco q.b.
1/2 cucchiaio di zucchero semolato (o di canna biondo)
2 cucchiai di aceto di vino bianco (o di mele)
sale q.b.
olio extra vergine di oliva q.b.
Tagliate la cipolla e il finocchio a julienne; a strisce finissime. Se tagliate il finocchio molto in anticipo, sarà meglio metterlo in acqua fredda acidulata con il succo di limone o aceto. In questo modo prevenite l'ossidazione e il finocchio mantiene il suo colore bianco.
Versate un po’ di olio, una quantità sufficiente per coprire il fondo della padella. Scaldatelo a fuoco medio e fateci soffriggere la cipolla. Mescolate ogni tanto, facendo attenzione di non bruciarla. Deve stufare dolcemente fino a quando diventa trasparente.
Aggiungete il resto degli ingredienti, tranne l'aceto. Lasciate cuocere ancora per circa 5-10 minuti. Dovete far ammorbidire il finocchio ma non spappolarlo; dovrebbe avere la stessa trasparenza della cipolla tanto da non riuscire più a distinguerli.
A questo punto, unite l'aceto. Mescolate bene e lasciate cuocere ancora per circa un minuto. Spegnete il fuoco e lasciate riposare per circa 5 minuti, con la padella coperta, prima di consumarlo.
Questo finocchio in agrodolce è un ottimo contorno per i pesci fritti o le salsicce. Può essere consumato caldo o a temperatura ambiente, sta a voi la scelta.
martedì 29 settembre 2009
Saòr di Finocchio
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giovedì 24 settembre 2009
Giocarta
Ecco un'altra risposta alle vostre richieste! Tanti siete arrivati qui dopo aver scritto "orario Giocarta Udine" sul motore di ricerca. Forse perché, tempo fa, l'ho nominato per specificare la posizione di un negozio alimentari asiatici che sta, appunto, di fronte a Giocarta. Questo posto non è altro che una cartoleria molto fornita qui, a Udine, ed è molto frequentata e conosciuta. In qualche modo c'entra anche con la cucina, quindi posso dedicargli questo post. ;o)
Il negozio si trova in zona stazione. In una stradina dietro all'autostazione, la parallela di via Aquileia, precisamente. Oltre alla sezione cancelleria, dove prendo i cartoni colorati per gli sfondi delle mie foto, c’è anche il reparto di cartoleria per le feste. Qui, trovate i piatti e i tovaglioli di carta in vari tipi e colori, le decorazioni per le feste e anche i vari tipi, forme, misure e colori di pirottini di carta, come quelli che vedete nella foto.
Nel caso siate molto diligenti e state già cercando delle bustine di plastica trasparenti per confezionare i vostri biscottini natalizi, qui le trovate in varie misure. Per questo Natale, andate direttamente a Giocarta e trovate tutto quello che serve per decorare la vostra casa e non solo.
Buone spese!
Giocarta
Via Della Rosta, 40
33100 Udine
Tel. 0432 510300
E-mail: giocarta@trost.it
Orario 8.30-12.30 e 15.30-19.30
Aperto dal lunedì al venerdì
Il negozio si trova in zona stazione. In una stradina dietro all'autostazione, la parallela di via Aquileia, precisamente. Oltre alla sezione cancelleria, dove prendo i cartoni colorati per gli sfondi delle mie foto, c’è anche il reparto di cartoleria per le feste. Qui, trovate i piatti e i tovaglioli di carta in vari tipi e colori, le decorazioni per le feste e anche i vari tipi, forme, misure e colori di pirottini di carta, come quelli che vedete nella foto.
Nel caso siate molto diligenti e state già cercando delle bustine di plastica trasparenti per confezionare i vostri biscottini natalizi, qui le trovate in varie misure. Per questo Natale, andate direttamente a Giocarta e trovate tutto quello che serve per decorare la vostra casa e non solo.
Buone spese!
Giocarta
Via Della Rosta, 40
33100 Udine
Tel. 0432 510300
E-mail: giocarta@trost.it
Orario 8.30-12.30 e 15.30-19.30
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mercoledì 23 settembre 2009
Tahu Telur con Sambal Ketjap
Ovvero, la frittata di tofu con la salsa piccante di soia dolce. Se i miei amici indonesiani vedessero questo post, mi riderebbero in faccia. Da me, la frittata è considerato un piatto da disperati, il più facile che si possa fare. Quando la mamma non ha cucinato nulla, ti fai una frittata. Si mangia, poi, con un bel piatto di riso caldo, condito con il ketjap manis (salsa di soia dolce) e il sambal (salsa piccante). Ma non sanno che cuocere bene un uovo non è così semplice come potrebbe sembrare! ;o)
Come in tante altre parti del mondo, in Indonesia si trovano anche l'uovo strapazzato, l'occhio di bue e l’omellette semplice con solo il sale e il pepe. Tuttavia, la frittata più popolare, dove abbiamo messo sicuramente le nostre "zampette", è quella con i peperoncini e lo scalogno tagliati a rondelle sottili. Poi, c'è questa frittata di tofu che solitamente si accompagna con una salsa di arachidi. Comunque sta bene anche con "sambal ketjap", ed è decisamente più facile da fare. Così accontento anche alcuni di voi arrivati per caso qui dopo aver digitato "sambal ketjap" o “salsa ketjap” su google. ;o)
per 2 persone
Tahu Telur
2 uova
150 gr di tofu al naturale
sale e pepe q.b.
olio di semi o di arachidi q.b., per friggere
Sbattete leggermente le uova in una ciotola. Con l'aiuto di una forchetta, riducete la polpa di tofu in briciole grosse e unite alle uova. Salate e pepate e amalgamate bene. A fuoco medio, scaldate circa 2 cucchiai di olio in una padella (diametro 20 cm circa), meglio se antiaderente. Versate metà della composta e cercate di coprire omogeneamente tutta la superficie della padella. Abbassate il fuoco al minimo e coprite con un coperchio, possibilmente di vetro con il buco per far fuoriuscire il vapore creato dalla cottura. Girate la frittata quando la parte centrale comincia a solidificarsi. Potete farlo lasciando scorrere la frittata sul coperchio e voltarla sulla padella. Continuate la cottura senza il coperchio per circa 2-3 minuti, fino ad arrivare alla doratura.
Ripetete queste operazioni per l'altra metà della composta per ottenere due frittate. Servite con il riso al vapore e la salsa ketjap piccante.
Sambal Ketjap
5-6 cucchiai di ketjap manis (salsa di soia dolce Indonesia)
1/4 di lime, spremuto
2-3 peperoncini tailandesi, puliti dai semi.
1 scalogno piccolo
Tagliate i peperoncini e lo scalogno a rondelle sottili o a dadini, a seconda dei vostri gusti. Raccoglieteli in una ciottola, aggiungete la salsa di soia e il succo del lime. Mescolate bene con un cucchiaino e versate sopra la frittata.
Nota:
Se non trovate la salsa di soia dolce indonesiana, potete sostituirla con quella tailandese che si trova facilmente nei negozi alimentari orientali. A Udine potete comperarla in un negozio che ho segnalato qui, dove trovate anche i peperoncini tailandesi. Nel caso, potete sostituire questi ultimi con altri tipi di peperoncini (più o meno piccanti) che desiderate.
Come in tante altre parti del mondo, in Indonesia si trovano anche l'uovo strapazzato, l'occhio di bue e l’omellette semplice con solo il sale e il pepe. Tuttavia, la frittata più popolare, dove abbiamo messo sicuramente le nostre "zampette", è quella con i peperoncini e lo scalogno tagliati a rondelle sottili. Poi, c'è questa frittata di tofu che solitamente si accompagna con una salsa di arachidi. Comunque sta bene anche con "sambal ketjap", ed è decisamente più facile da fare. Così accontento anche alcuni di voi arrivati per caso qui dopo aver digitato "sambal ketjap" o “salsa ketjap” su google. ;o)
per 2 persone
Tahu Telur
2 uova
150 gr di tofu al naturale
sale e pepe q.b.
olio di semi o di arachidi q.b., per friggere
Sbattete leggermente le uova in una ciotola. Con l'aiuto di una forchetta, riducete la polpa di tofu in briciole grosse e unite alle uova. Salate e pepate e amalgamate bene. A fuoco medio, scaldate circa 2 cucchiai di olio in una padella (diametro 20 cm circa), meglio se antiaderente. Versate metà della composta e cercate di coprire omogeneamente tutta la superficie della padella. Abbassate il fuoco al minimo e coprite con un coperchio, possibilmente di vetro con il buco per far fuoriuscire il vapore creato dalla cottura. Girate la frittata quando la parte centrale comincia a solidificarsi. Potete farlo lasciando scorrere la frittata sul coperchio e voltarla sulla padella. Continuate la cottura senza il coperchio per circa 2-3 minuti, fino ad arrivare alla doratura.
Ripetete queste operazioni per l'altra metà della composta per ottenere due frittate. Servite con il riso al vapore e la salsa ketjap piccante.
Sambal Ketjap
5-6 cucchiai di ketjap manis (salsa di soia dolce Indonesia)
1/4 di lime, spremuto
2-3 peperoncini tailandesi, puliti dai semi.
1 scalogno piccolo
Tagliate i peperoncini e lo scalogno a rondelle sottili o a dadini, a seconda dei vostri gusti. Raccoglieteli in una ciottola, aggiungete la salsa di soia e il succo del lime. Mescolate bene con un cucchiaino e versate sopra la frittata.
Nota:
Se non trovate la salsa di soia dolce indonesiana, potete sostituirla con quella tailandese che si trova facilmente nei negozi alimentari orientali. A Udine potete comperarla in un negozio che ho segnalato qui, dove trovate anche i peperoncini tailandesi. Nel caso, potete sostituire questi ultimi con altri tipi di peperoncini (più o meno piccanti) che desiderate.
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sabato 19 settembre 2009
Cosa Si Pesca a Maiorca?
Scusate l'assenza! Vi ho detto che erano 2 valigie di 20 kg! Ci vuole un po' di tempo per svuotarle, lavare e mettere in ordine tutto il loro contenuto! ;o)
Prima di cominciare però, vi avviso che gli indirizzi che sto per condividere con voi non saranno tanti. Ero partita solo con una mini guida (che non è stata molto di aiuto) e un articolo (che si è rivelato molto utile) strappato dalla rivista Olive del mese di Agosto, sulla vacanza low-cost per foodie a Palma di Maiorca. Ma di alberghi economici lì non ce ne sono molti, soprattutto se li volete anche con vista mare. Alla fine, ci siamo fermati soltanto due giorni e, non conoscendo bene il territorio, abbiamo deciso di stare a Santa Ponsa (circa 20 km a sud-est di Palma), per il resto della permanenza sull'isola. Ecco qualche immagine del posto:
Con quella spiaggia, non si può dire che sia un brutto posto. Se vi interessa solo avere il mare per nuotare, prendere il sole e rilassarvi, Santa Ponsa potrebbe essere una soluzione abbordabile. Per cogliere la vera anima dell'isola e vedere Maiorca degli edifici storici di color terracotta, le palme e gli aranceti, dovete andare altrove. Ci sono dei posti migliori sull'isola. Uno dei quali, a circa 8 km da Santa Ponsa, è Port Andratx: molto carino anche se non è per i turisti low-cost. A quanto pare è frequentato dai benestanti e dal Re di Spagna. Ecco giusto due foto della zona:
Qui, per la prima volta nell'isola ho trovato un mercato del pesce!!! Dovete sapere che i pesci sono dei beni preziosi che non ho mai visto a Santa Ponsa. Scoprirete il perché fra poco.
La parte urbana di Santa Ponsa vi potrebbe ricordare il lungomare di Rimini o Lignano per noi del Friuli. Tutte le strutture lungo la costiera sono di recente costruzione, circa dagli anni 80 in poi. La cittadina vive di turismo e c'è una massiccia presenza di turisti britannici. Se non fosse stato per le insegne in spagnolo o catalano, mi sembrava davvero di essere in Inghilterra. Di conseguenza, nei bar, la colazione inglese con bacon e uova si trova più facilmente della ensaimada con il caffellatte. E così anche per cena e pranzo. I ristoranti seguono il gusto della loro clientela che gradisce una cotoletta di pollo surgelato più di pa amb oli con jamon.
Purtroppo sembra che siano simili anche le altre 2-3 cittadine che abbiamo visitato. Palma si salva per i suoi locali nel centro storico, nonostante in zona Passeig Maritimo, dove eravamo alloggiati, la situazione non fosse tanto diversa. Lungo il viale ci sono soltanto Hard Rock Caffè, Burger King, 3 ristoranti anglo-indiani, e qualche locale con dei menù, ovviamente, anglosassoni. Sono riuscita a capire meglio la cultura gastronomica e i prodotti tipici di Maiorca solo dopo aver trovato per caso, in un negozio di souvenir, questo libro.
Comunque, quello che vi ho appena raccontato sono le impressioni mie durante i nove giorni di permanenza. Mi rendo conto che sono davvero pochi per capire realmente un posto. Se qualcuno di voi conosce bene Maiorca (o le Isole Baleari in generale) mi farebbe tanto piacere sentire il vostro punto di vista. Se mi date pure qualche suggerimento utile per (chissà) un prossimo viaggio, ancora meglio! Quindi, forza, non siate timidi, avanti con le dritte! ;o)
Ora, finalmente, arriviamo agli indirizzi che vi ho promesso.
Ca'n Juan de s'Aigo
C/ Can Sanç 10
Palma de Mallorca
+34 971 710 759
C/ del Barò de Santa Maria del Sepulcre 5
Palma de Mallorca
+34 971 72 57 60
Come vi ho già accennato nel post precedente, ho scoperto questo bar dalla rivista Olive. Avevo sbagliato, però! L'hanno segnalato per la horchata (tipo granita a base di latte di mandorle) e non per la ensaimada. Beh, se nella foto hanno messo la ensaimada e non la horchata, colpa mia? ;o) Comunque sia, la loro ensaimada rimane la migliore delle tre che ho assaggiato. No, non ho provato la horchata, non avevo più spazio nello stomaco! Ho dovuto portare via pure la ensaimada e non l'ho mangiata sul posto. Peccato, perchè il locale era molto carino con i dettagli d'epoca. Quello storico è la filiale in Carrer Can Sans, è un pò imboscato in un vicolo, non tanto facile da trovare. Sul biglietto da visita hanno perfino disegnato la mappa! Quando arrivate davanti alla chiesa Santa Eulalia, cominciate pure a chiedere in giro. Dovrebbero saperlo. Sembra che sia molto amato anche dalla gente del posto. Volendo, potete anche diventare uno dei (quasi) 6900 fan della caffetteria sul facebook.
Forn des Teatre
Plaza Weyler 9
07001 Palma de Mallorca
+34 971715254
Un fornaio storico di Palma dove potete acquistare i dolci tipici dell'isola, da mangiare sul posto o da portare via. A fianco al panificio c’è il locale dove potete gustare le tapas, i pintxos e non solo. Il cibo è buono ma non eccezionale. I prezzi sono nella norma. Vale pena visitarlo per la sua facciata caratteristica e l'atmosfera dei dintorni. La sua posizione è molto strategica, ideale per osservare la gente e respirare la vita a Palma. Mi è piaciuta per queste ragioni, anche se ho dovuto aspettare 40 minuti per la mia truita (tortilla) e il panettiere era antipatico! ;o)
Cappuccino
C/ Unio 11 (angolo Plaza Weyler)
07001 Palma de Mallorca
Se non trovate posti al Forn des Teater, dopo circa 20 metri trovate "Cappucino"; una piccola filiale di un grande gruppo di ristorazione a Maiorca. I loro locali sono siti sempre nei posti centrali ed esteticamente piacevoli. Questa in Piazza Weyler è una caffetteria con una formula take-away che dispongono anche qualche tavolo per sedervi fuori. Vendono cibo preparato in precedenza, preconfezionato e messo in frigorifero, pronto per il consumo. Secondo il loro "claim", i prodotti sono "home made" in giornata. Di solito sono un pò perplessa dei locali del genere ma, nonostante penso che lo slogan "fatti in casa" non sia adatto, la qualità è davvero ottima e curano perfino l'aspetto artistico. Cioè, la mia insalata di frutta (seriamente fresca) era sistemata a modo di fiore con tanto di ciuffetto di menta al centro!!! Insolita per essere un take-away. Considerando il servizio offerto e la qualità, i prezzi sono ottimi. Nella foto, la filiale in Palau March.
Per recensioni sugli altri locali a Maiorca, date un'occhiata questo sito. Ovviamente, l'ho scoperto solo ora, mentre facevo la ricerca per questo post! Se l'avessi trovato prima….
Ora per la caccia dei prodotti tipici. Andate direttamente in Carrer Sant Domingo e trovate questi due "colmadi", ovvero, gastronomie.
Colmado Colom
C/ Sant Domingo, 5
07001 Palma de Mallorca
+34 971 71 11 59
E’ un piccolo negozio alimentare dotato di un banco frigo con il cibo pronto consumo. In cassa ho trovato anche un po' di coda degli abitanti del posto che lo frequentano per la spesa quotidiana, questo è un bene. Qui potete acquistare il rinomato flor de sal d'es Trenc. Una linea di fior di sale aromatizzati che l'azienda ha realizzato assieme a Mark Fosh, uno chef inglese michelin-stellato trapiantato a Maiorca. Oltre al fior di sale naturale, ci sono quelli alle olive nere, all’ibisco, alla rosa (con un tocco di pepe di Sichuan e di Serawak), alle erbe mediterranee (timo, rosmarino, maggiorana e origano) e Sri Lanka (speziato). Ho un debole per i sali! Potendo, li avrei pressi tutti, ma purtroppo non costano proprio quattro soldi. La commessa è stata gentilissima e mi ha fatto sentire i profumi di questi sali. Sono tornata a casa con quello alla rosa e anche un barattolone di fiocchi di sale, sempre della salina d'es Trenc. Qui c'è una piccola storia sulla fondatrice dell'azienda, con un nome non proprio spagnolo, Katja Wöhr. Ah, in questo negozio finalmente ho trovato anche la paprica affumicata di questa marca specifica che a Barcellona non ero riuscita a trovare.
Colmado Santo Domingo
C/ Sant Domingo 1
07001 Palma de Mallorca
+34 971 71 48 87
Ecco, qui non sono riuscita nemmeno a entrare! Ho dato giusto una sbirciatina. C'era sempre la gente in attesa, mentre il posto è davvero minuscolo. E' disposto a forma di ferro di cavallo; il titolare sta dietro il banco in fondo, sui lati destra e sinistra ci sono le merci e il soffitto è riempito di vari tipi di sobrassada. A quanto pare, la bottega si specializza in questi insaccati pregiati del porc negre di Maiorca. Lo spazio rimasto libero dai salumi è il corridoio, dove passa una persona a malapena, comunemente usato per fare la coda. Se siete alti più di 190 cm, missa che dovete pure inchinarvi! L'esperienza mi ha insegnato, quando c’è la coda, merita una visita. Sempre se riusciamo a infilarci! ;o)
Se non avete voglia di girare nelle gastronomie, ma desiderate comunque portare le meraviglie dell'isola a casa, ho scoperto che anche La Tienda del Aeroporto di Maiorca è abbastanza fornita. Non trovate il flor de sal d'es Trenc di Gustomundial, ma così magari evitate la multa per l'eccesso di bagaglio!
lunedì 7 settembre 2009
Il Ritorno dall'Ensaimada
Sono tornata!!! Come vedete, nessun cambiamento ancora sul blog! ;o) Quel "wi-fi su tutta la struttura", alla fine, valeva solo nella lobby dell'albergo e non funzionava per il Mac! Arrrgghh!!! Ma a 36°C con 2 valigie di 20 kg (colpa mia!), non ci siamo messi a girare e cercare un'altra struttura.
Durante il nostro soggiorno iberico, abbiamo visitato Barcellona e Maiorca. Alla fine, non mi sono proprio abbuffata di churros. Non erano proprio facili da trovare, forse non ero nei posti giusti per mangiarli! :o)
Invece, ho scoperto il dolce che vedete nella foto, la ensaimada. E' una pasta a forma di conchiglia, l'orgoglio dell'isola di Maiorca, con tanto di D.O.P. Come consistenza ricorda la sfoglia della brioche, ma è più soffice ed è sorprendentemente leggera. Se fatta bene, sembra quasi di mangiare le nuvole! Può essere vuota cosparsa di zucchero a velo o farcita di crema pasticciera, noci, frutta fresca o candita e, quella tipica, con "cabello de angel". Quest'ultima è una conserva a base di zucca e potete vedere la ricetta sul blog di Erborina.
In tanto che svuoto la valigia e faccio il bucato, vi lascio guardare questo filmato su come fare la ensaimada a casa.
Per puro caso, abbiamo trovato nella vicinanza dell'albergo, un piccolo pastificio-panificio del quartiere. Carino, raccolto e senza pretese. Così, andavamo lì a fare colazione e abbiamo avuto l'onore di conoscere di persona, Fernando José Prats Pérez, il pasticciere protagonista. E' stato lui stesso a segnalarci il video; "Andate su 'youtube', digitate 'como se hace una ensaimada', cliccate 'cerca' e mi troverete!", così ho fatto. Il video è stato postato da una rivista gastronomica spagnola on-line, "a fuego lento", dove trovate la ricetta trascritta in spagnolo. Per la versione italiana, dovete aspettare fino a quando ho 12 ore a disposizione per fare la lievitazione! ;o)
Dato che non riesco mangiare tutto quello che vorrei (altrimenti esplodo), ho assaggiato la ensaimada solo in altri 2 posti, considerati di fama, a Palma di Maiorca. A mio avviso, tra i tre, quella di "Frama" sta al secondo posto, solo dopo "Ca'n Juan de s'Aigo", considerata la migliore in città dalla rivista "Olive". Mentre al terzo posto metto quella dello storico "Forn des Teatre". Per gli indirizzi di questi ultimi e altre storie su Palma di Maiorca e Barcellona, ci vediamo nei prossimi post!
Pastelería Panadería "Frama"
C/ del Marqués de la Sénia 17
07014 Palma de Mallorca (Baleares)
Tel. +34 971 28 77 92
Durante il nostro soggiorno iberico, abbiamo visitato Barcellona e Maiorca. Alla fine, non mi sono proprio abbuffata di churros. Non erano proprio facili da trovare, forse non ero nei posti giusti per mangiarli! :o)
Invece, ho scoperto il dolce che vedete nella foto, la ensaimada. E' una pasta a forma di conchiglia, l'orgoglio dell'isola di Maiorca, con tanto di D.O.P. Come consistenza ricorda la sfoglia della brioche, ma è più soffice ed è sorprendentemente leggera. Se fatta bene, sembra quasi di mangiare le nuvole! Può essere vuota cosparsa di zucchero a velo o farcita di crema pasticciera, noci, frutta fresca o candita e, quella tipica, con "cabello de angel". Quest'ultima è una conserva a base di zucca e potete vedere la ricetta sul blog di Erborina.
In tanto che svuoto la valigia e faccio il bucato, vi lascio guardare questo filmato su come fare la ensaimada a casa.
Per puro caso, abbiamo trovato nella vicinanza dell'albergo, un piccolo pastificio-panificio del quartiere. Carino, raccolto e senza pretese. Così, andavamo lì a fare colazione e abbiamo avuto l'onore di conoscere di persona, Fernando José Prats Pérez, il pasticciere protagonista. E' stato lui stesso a segnalarci il video; "Andate su 'youtube', digitate 'como se hace una ensaimada', cliccate 'cerca' e mi troverete!", così ho fatto. Il video è stato postato da una rivista gastronomica spagnola on-line, "a fuego lento", dove trovate la ricetta trascritta in spagnolo. Per la versione italiana, dovete aspettare fino a quando ho 12 ore a disposizione per fare la lievitazione! ;o)
Dato che non riesco mangiare tutto quello che vorrei (altrimenti esplodo), ho assaggiato la ensaimada solo in altri 2 posti, considerati di fama, a Palma di Maiorca. A mio avviso, tra i tre, quella di "Frama" sta al secondo posto, solo dopo "Ca'n Juan de s'Aigo", considerata la migliore in città dalla rivista "Olive". Mentre al terzo posto metto quella dello storico "Forn des Teatre". Per gli indirizzi di questi ultimi e altre storie su Palma di Maiorca e Barcellona, ci vediamo nei prossimi post!
Pastelería Panadería "Frama"
C/ del Marqués de la Sénia 17
07014 Palma de Mallorca (Baleares)
Tel. +34 971 28 77 92
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